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Che sabato ragazzi, quanta attesa e poi sono esplosa: goooool

Una cosa è certa: arrivarci così fa male, fa proprio male alla salute. E, come tutte le cose che fanno male alla salute, è tutta da vivere, una cosa così. Sapevo di essere in piena crisi di astinenza, ma quando stamattina alle 5,00 mi sono ritrovata con gli occhi sbarrati ho capito che sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata e che neppure il tentativo di prender sonno dopo pranzo sarebbe servito a qualcosa. E infatti così è stato. Un sabato pazzesco. Fatto interamente di attesa. Di quelle attese palpabili, che senti nell’aria per quanto la rendono pesante. Adrenalina pura. Torna, torna, torna. Torna. Come un mantra, un richiamo alla vita, come uscire dall’apnea. Quelle ansie che cerchi di sotterrare nelle occupazioni di sempre alle quali però riservi un’attenzione particolare perché sai che poi ti ricorderai questa giornata perché da oggi il Napoli finalmente torna ad allietarti i weekend. L’ansia di scrivere il primo articolo della stagione subito dopo il fischio finale, ancora con le emozioni attaccate a caldo sulla pelle e il corpo indolenzito per l’eccesso che ogni partita porta con sé. Dio mio, ma si può vivere ogni partita così? No. Anzi, sì. A me piace esattamente così. E mi piace come abbiamo vinto: giocando maluccio ma andando dritti al risultato. Da squadra matura. Non attrezzata, ma matura. Mi piacciono le zampate finali, la spregiudicatezza, il cinismo. Mi piacciono i 3 punti tondi. L’idea di iniziare 2 punti sopra il Milan e avere un’intera giornata calcistica ad aspettarmi domani. Ho la gola in fiamme. Al gol di Lavezzi ho dato fondo a tutto ciò che madre natura mi ha donato per parlare ed urlare. Il Martire ed io sembravamo due ossessi: Lavezzi! Pocho! Solo che ce l’ho io nel Fantacalcio, mica tu, Martire! Lo sapevo! E c’ho pure Hamsik, eh. Marò. E che partita. E che giornata! E che bello finalmente iniziare un’altra volta tutta ‘sta storia delle critiche alla difesa, della scarsa fiducia a Pandev, della squadra tutta da rifare perché non si può tremare ad ogni palla del Cesena. Una meraviglia. Mo l’unica è farmi una camomilla, che c’ho tutto un fascio di muscoli e terminazioni nervose ingarbugliate come una mischia in area di rigore e li devo sbrogliare. Mi è mancato da morire tutto questo, da morire. Altro che chiacchiere da calciomercato. Questa sì che è roba seria, sana. Bentornato, Napoli. Bentornata aria. Bentornati tutti. Soprattutto ai tre punti. Stavolta tutti nostri. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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