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Se fossi io il presidente sarei pessimo ma mi divertirei tantissimo

Metti che domani sera fai sei al superenalotto e vinci 50 milioni di euro; aggiungici sopra un po’ di follia napolista e approfittando della crisi di rabbia di Aurelio DeLaurentiis ti compri la SSC Napoli Spa: 40 milioni di euro tondi tondi e te ne lasci una decina per i piccoli bisogni quotidiani. Un po’ di convocazioni assembleari, ilcda di insediamento e attribuzione deleghe e voilà, sei il presidente del Napoli. Come ti comporteresti? Sceglieresti uno stile britannico, con aplomb alla Gianni Agnelli buonanima, pronto alla battuta sarcastica sempre e comunque, oppure ti lanceresti inuscite alla Zamparini, esonerando un allenatore ogni quindici giorni? Poiché mi considero un osservatore, anzi uno studioso della fauna umana, sono arrivato alla seguente conclusione scientifica: nessuno può essere diverso da come è. Si può fingere per qualche mese ma poi il tuo vero te viene fuori, c’è poco da fare. Quando,in una vita precedente, partecipai ad uno stage per essere assunto come animatore allaValtur, il selezionatore ci disse: “In questa settimana siate voi stessi, è inutile tentare di apparire socievoli, simpatici e divertenti a tutti i costi. O davvero ti piace stare inmezzo alla gente oppure “fai la botta” dopo una settimana. E fai pure le valigie”. Fui un mediocre animatore ma quella lezione la ricorderò per tutta la vita. Lasciando a chi ha la pazienza di leggermi la scelta sullo stile presidenziale da assumere,rivendicando la mia rustica progenie che proprio reale non fuit, vi dico cosa farei io.Innanzitutto posto in panchina accanto all’allenatore. La formazione la si fa insieme e l’ultima parola spetta a me. Ma come, io tiro fuori 40 milioni di euro e non posso nemmeno sostituire Cavani con Floro Flores negli ultimi dieci minuti? A proposito ,ho dimenticato di premettere che l’ottimo Antonio è un mio pallino da circa dieci anni, lo comprerei immediatamente. Le interviste le faccio io, soprattutto quando sto incazzato nero, riservandomi il diritto di mandare a quel paese il giornalista di turno che mi chiede un giudizio sull’arbitro che non ha fischiato il solito rigore nettissimo su Lavezzi. Non vanto natali illustri nobilissimi e perfetti da far invidia a principi reali e mi concedo il lusso inserire nei contratti (soprattutto con i calciatori sudamericani) che loro, i natali, li devono trascorrere a Napoli. Senza esagerare col capitone. La “clausola bilancia” sarebbe imprescindibile: chi sgarra con la forchetta paga una sostanziosa penale ogni 500 grammi di aumento peso. Infine: alla cerimonia del sorteggio (?) per il calendario di serie A vado direttamente col mio scooter (e casco d’ordinanza, s’intende, anche i presidenti devono preservare il cranio da ammaccature e contusioni). Lo so, sarei un pessimo presidente ma mi divertirei tantissimo. E senza dubbio dopo tre o quattro anni resterei senza un centesimo. Ma non c’è da preoccuparsi. Al superenalotto non vincerò, Aurelio resterà al vertice del Calcio Napoli e farà come crede. Bene o male? Mah! I soldi sono suoi e nemmeno lui può essere diverso da come è.

Giuseppe Pedersoli

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