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Una giornata d’inferno, ma adesso sono felice!

Guagliù, so’ felice! E quando io sono felice le dita spingono sui tasti sbagliando persino a digitare dalla contentezza. È la pancia che scrive, mica io! Il sogno continua. Difficile, tutto in salita, ma, per la miseria, continua! Non ci hanno delusi (anzi, un po’ sì, machissenefrega?), continuiamo tutti insieme e questa è una cosa grande, che deve andare al di là degli schieramenti pro o contro, al di là di tutto.
Oggi ho passato una giornata d’inferno in cui l’unica cosa buona è stata la full immersion nel lavoro per non guardare il susseguirsi delle voci, dei link, dei comunicati, dei pareri, di Di Marzio che fa e disfa, mentre il Martire, quel santo Martire, tanto più pragmatico e lucido di me e tanto più equilibrato, mi invitava a mantenere la calma, prospettandomi scenari che razionalmente non potevo non sposare. Mi ha fatto persino riflettere sulla difficile posizione di Gasperini che con le sue remore, forse, è quello che ne è uscito meglio di tutti, mi ha aiutata a sopravvivere in un susseguirsi atroce di conferme e smentite. Nun se po’ vivere accussì, eccheccazz!
Insomma, è finita, è ufficiale, Walter resta, lo spogliatoio resta, lo spirito di squadra incontenibile che quest’uomo è riuscito a ricreare dopo anni ed anni sta là a riscaldarsi al sole estivo, pronto a tornare a riscaldare anche noi. L’immagine che mi viene davanti agli occhi, adesso, è quella dei nostri amati che magari staranno festeggiando. Immagino il sorriso spigoloso di Maggio (Christian, per carità, resta anche tu), i pugni chiusi nell’esultanza di De Sanctis, il sorriso malandrino di Lavezzi (che non ho mai amato tanto quanto in questi giorni, quando ha dato il suo appoggio incondizionato al Mister), lo sguardo sereno di Cavani, gli occhi appassionati di Cannavaro, la grinta di Grava, persino ad Aronica penso, stasera.
Marò,quanto vorrei stare a festeggiare con loro, stasera. Perché non c’è niente più importante dello spogliatoio, non mi stancherò mai di ripeterlo. Con uno spogliatoio come il nostro si può arrivare dappertutto. E se adesso ci compriamo due innesti di valore, solo due, potremmo fare grandi cose, magari giocarci alla grande il girone di Champions e lottare per qualcosa di più in campionato.
E se pure non sarà così, torneremo, dopo l’estate, a giocarci le partite con il cuore, a vivere in fibrillazione le attese, ad andare allo stadio con le gambe che tremano dall’emozione. Insomma, dopo due mesi di affanni e cali anche nella mia scrittura, stasera, finalmente, anche il mio cuore torna int’e cazette. Ora voglio sapere solo una cosa: ditemi da dove devo cominciare per appassionarmi all’odioso calciomercato. Ditemi da dove si parte, dove devo andare a fiutare le giovani promesse e i campioni del futuro. Me li voglio crescere, nel cuore e nei pensieri, a partire da Inler. Voglio giocare al fantacalcio. E mi voglio attaccare come una cozza a Marekiaro. Giù le mani dal Napoli. Non si tocca una virgola. Stamm’ semp’ ccà. Soprattutto noi tifosi, innamorati come non mai. E Forza Napoli. Sempre!
Ilaria Puglia

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