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Scusa, Aurelio, ma dov’eri quando parlavamo della munnezza?

Siamo in campagna elettorale, c’è puzza di elezioni e sarebbe pure una puzza sopportabile se non fosse che coinvolgere il calcio nella competizione elettorale mi fa storcere il naso di brutto, peggio di un pesce morto lasciato ad essiccare al sole. Ha cominciato Gianni Lettieri, candidato sindaco del Pdl, quando ha proposto a Fabio Cannavaro il coinvolgimento in un’eventuale giunta capeggiata da lui, facendo crollare a picco le quotazioni dell’ex campione della Loggetta. Poi è stata la volta di Morcone, candidato del centrosinistra, che in un’intervista a Repubblica ha iniziato a parlare di scudetto del Napoli, cercando in tal modo di coinvolgere il popolo azzurro che aspetta solo l’imbeccata per il sogno. Dopo il trionfo sulla Lazio, però, c’è stata la vera apoteosi. Adesso tutti a giocarsi la partita su calcio, campionato e scudetto. De Magistris, dice che se Berlusconi ruba il derby allora chi vota Lettieri consegna Napoli a Berlusconi e dunque è come se dicesse addio allo scudetto. Lettieri parla di città vincente. Il vero dramma è che entrambi erano stati anticipati da Mastella, che aveva inondato il San Paolo di volantini in cui si chiedeva ai tifosi di portare a Palazzo San Giacomo un tifoso del Napoli, lui, appunto. Adesso, alcuni consiglieri comunali propongono di intitolare alcuni settori dello stadio a glorie del passato.
Francamente a me sta’ cosa da un po’ noia. Il calcio è sacro, come la mamma, non si tocca. O almeno dovrebbe essere così. Soprattutto per noi napoletani. Per noi il Napoli è qualcosa che ci tira fuori dalla mediocrità quotidiana, che ci fa dimenticare il traffico, i buchi per strada, gli scioperi che congestionano una città, i marciapiedi impraticabili, le disfunzioni nei trasporti, la carta igienica che siamo costretti a comprare per i nostri figli perché le scuole non hanno soldi, la puzza di spazzatura macerata dal sole.
Ecco, a tal proposito, mi torna in mente quanto dichiarato dal buon Dela ieri a Marte Sport Live, in onda su Radio Marte: “I turisti vanno accolti con la festa, non con la spazzatura. Quattro candidati subito al lavoro, c’è troppa puzza. Datevi da fare e ripulite la città. Non si può aspettare che arrivi Berlusconi o l’esercito. Inutile spendere soldi in pubblicità elettorale, scendete in campo in maniche di camicia”. Mo’, io spero davvero che Lisa non lo abbia sentito, Dela. Perché, santa pace, qualche mese fa, abbiamo mobilitato tredicimila persone per un evento su Facebook in cui chiedevamo soltanto un gesto simbolico della Società relativamente alla possibilità di scendere in campo con il lutto al braccio contro il Palermo e loro? Nulla. E gli avevamo persino servito la scusa su un piatto d’argento affermando a destra e a sinistra che la Federazione non l’avrebbe mai permesso, ma chiarendo che anche solo chiederlo sarebbe stato, da parte della Società, un segnale per una città che non vive più che di calcio e che lo stesso presidente aveva dichiarato, ad inizio campionato, di voler riscattare con un grande Napoli. Adesso il grande Napoli ce l’abbiamo, ma per un motivo o un altro noi tifosi continuiamo ad essere trasparenti. Come quei tredicimila che si accodarono a noi. Come tutti quelli che vengono trattati come bestie ai tornelli ogni domenica e che per trovare un biglietto per una partita devono mandare segnali di fumo in giro per il mondo. Per carità, la Società è una delle migliori di Europa, il presidente ci ha portati in alto, dobbiamo essere contenti perché ci ha tirati fuori dall’abisso della C. Va bene. Ma a me sta’ storia puzza. Come la campagna elettorale. Né più né meno della spazzatura per strada. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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