Veiga non rimpiange il mancato approdo al Napoli: «L’Arabia in quel momento era la decisione migliore per me»

Il centrocampista spagnolo (ora al Porto) a Tribu di Radio Marca: «Ho cercato ciò che mi si addiceva meglio sportivamente»

Gabriel Veiga benitez Gabri Veiga Bellingham

2023 archivio Image Sport / Calcio / Celta Vigo / Gabri Veiga / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

Gabri Veiga ha parlato con La Tribu di Radio Marca dal Portogallo, tornando anche sul suo mancato approdo al Napoli in favore dell’Arabia.

Le parole di Veiga

Riguardo all’impatto del suo arrivo in Portogallo:

«Dal momento in cui entri il primo giorno ti rendi conto della grandezza che ha il Porto. Competere in un campionato forte e nelle competizioni europee ti chiede il massimo.»

Il centrocampista ha difeso la sua scelta di andare prima in Arabia Saudita:

«Non me ne pentirò mai perché in quel momento era la decisione più favorevole per me. Ho cercato ciò che mi si addiceva meglio sportivamente. Ora faccio parte di un grande club dove continuo a crescere e a competere per i titoli.»

Parlando del sogno di vestire la maglia della Spagna, il galiziano è stato realistico: «C’è un livello enorme in Nazionale, giocano in grandi club… Ho ancora molti passi da fare. Il centrocampo della Spagna è forse il migliore al mondo, quindi arrivarci sarà complicato.»

Infine, ha commentato il calcio portoghese e le ambizioni del Porto: «Ci sono quasi derby ogni settimana tra Porto, Benfica, Sporting e Braga. L’atmosfera in Portogallo è fantastica e l’adattamento è stato semplice grazie alla vicinanza culturale con la Galizia.Qui la richiesta è vincere tutte le partite.»

Amnesty all’attacco in Arabia: «Stanno comprando tutto, anche il tennis, e noi non ci scandalizziamo neanche più»

 L’Arabia Saudita, accusata di gravi violazioni dei diritti umani, ospita ora le migliori otto giocatrici del mondo, attratte da un montepremi record. Anche l’Atp ha siglato un accordo con il Fondo sovrano saudita per un Masters 1000 dal 2028. Dirigenti e atleti lodano i “progressi sportivi”, mentre Amnesty denuncia il silenzio mediatico su questi temi. Lo sport, sedotto dal denaro, sta normalizzando il potere saudita.

Arabia? Sì, proprio l’Arabia Saudita, uno degli Stati in cui la violazione sistematica dei diritti umani è più brutale e dove, nei prossimi giorni, le otto migliori giocatrici dell’anno si affronteranno per conquistare il titolo di “maestra” dell’ultima stagione. Alla vincitrice spetterà un assegno da 2,5 milioni di dollari (1,7 milioni di euro), su un montepremi complessivo di 15,5 milioni (13,4 in euro). Tutto è, dunque, felicità. Nessuna traccia del vecchio sospetto o del timore del giudizio altrui. Con tanto oro sul tavolo, avanti tutta — pensano dirigenti, attori e attrici. Perché no?

Correlate