Simonelli (presidente Lega Serie A): «I ragazzi non hanno più fame, a 16 anni si sentono già fenomeni»

Dal palco dello Sport Industry Talk organizzato da Rcs, dice la sua sulla crisi della Nazionale: «Spostare la giornata che precede lo spareggio è complicato: abbiamo contratti con i broadcaster»

Simonelli Lega Serie A, Calcio

Db Riad (Arabia Saudita) 02/01/2025 - Supercoppa Italiana / Inter-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ezio Simonelli

Dal palco dello Sport Industry Talk organizzato da Rcs Academy è emerso un filo conduttore: la situazione della Nazionale e le difficoltà che circondano gli azzurri. A intervenire è stato anche il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, che non ha risparmiato una riflessione critica

Le parole di Simonelli

«Forse questi ragazzi non hanno più la fame dei campioni di una volta, a 16 anni si sentono già dei fenomeni. La tecnica si sta perdendo: ormai persino nelle categorie dei più piccoli gli allenatori privilegiano la tattica, e poi ci ritroviamo con giocatori che non sanno nemmeno mettere un cross. Lancio uno spunto? E se chi allena i giovani non potesse allenare i grandi?».

Simonelli si è poi soffermato sulla possibilità di modificare il calendario per aiutare la Nazionale in vista dei playoff:

«La Lega farà tutto il possibile per essere al fianco degli azzurri. Gravina ci ha chiesto disponibilità per uno stage e i club, in linea di massima, sono favorevoli. Spostare la giornata che precede lo spareggio è più complicato: abbiamo anche contratti con i broadcaster… Però, con orari e giorni delle partite, possiamo provare a mettere prima possibile i giocatori a disposizione di Gattuso. La disponibilità è totale, al 100%».

Gravina: «Da anni, quando la Nazionale fallisce, cerchiamo subito un colpevole senza mai analizzare le cause»

Intervenuto sul palco dello Sport Industry Talk di Rcs, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha affrontato numerosi temi d’attualità legati al calcio italiano, dal rapporto con la Lega Serie A fino al futuro della Nazionale.

Sulla Nazionale:

«Sono convinto che andremo ai Mondiali, ma non ci si qualifica perché ci si chiama Italia, Francia o Spagna. Si va ai Mondiali perché si vince, perché si programma e si lavora. Noi stiamo cercando di fare proprio questo. Devo essere necessariamente ottimista, altrimenti rischiamo di scivolare in una crisi depressiva. Il calcio non è quello di venti o trent’anni fa: oggi si può vincere o perdere con chiunque. Il mio ottimismo nasce dall’entusiasmo che vedo nella squadra. Devo credere in Rino Gattuso e in questi ragazzi, che non sono affatto scarsi come qualcuno vorrebbe far credere. Da anni, quando la Nazionale fallisce, cerchiamo subito un colpevole — l’allenatore, il presidente, i giocatori — senza mai analizzare davvero le cause».

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