Il problema De Bruyne

Hilbert e i 23 grandi problemi matematici. Accanto ai dilemmi sulla coerenza della aritmetica, a fianco delle geodetiche, alle assiomatizzazioni della fisica, ce n'era un 24esimo

De Bruyne

Mg Reggio Emilia 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Kevin de Bruyne

La storia ufficiale (quella che, lo sappiamo, è scritta sempre dai vincitori) omette spesso di ricordare che, quando – all’alba del secolo scorso – il vasto genio di Hilbert raggranellò tutti i ventitré grandi problemi matematici del futuro prossimo venturo, ve ne era un ventiquattresimo che fu aggiunto in calce: il problema De Bruyne.

Hilbert, visionario com’era, fu quasi preveggente: accanto ai dilemmi sulla coerenza della aritmetica, a fianco delle geodetiche, assieme alle assiomatizzazioni della fisica, pose un interrogativo meno ortodosso ma assai più profondo: De Bruyne potrà mai giocare con profitto nel Napoli della stagione 2025/26? La leggenda vuole che avesse chiesto come favore personale al grande Riemann, suo collega, di attivarsi per studiare se De Bruyne fosse effettivamente integrabile nella squadra di Conte o, quanto meno, nel campionato italiano.

Il problema, come facilmente prevedibile, generò un tale subbuglio tra i matematici che i tapini si gettarono invano e a capofitto alla ricerca della sua risoluzione che finì con lo spingere a gesti estremi i giovani scienziati, tutti alla spasmodica ricerca della medaglia Fields. Molti azzardarono ipotesi tuttora discusse: quella della derivabilità prima del 4-1-4-1, quella della incompletezza degli insiemi di expected goals con Lucca titolare, quella della irrazionalità e trascendenza della catena di destra quando Politano porta la fascia di capitano al braccio. Lavori complessi che non trovarono mai il giusto riconoscimento nella tradizionale editoria nazionale e internazionale, tipicamente mossa dalla mano nera dell’ignoranza cognitivo-calcistica.

Hilbert non si pronunciò mai personalmente sul problema De Bruyne. Si ritiene che percepisse personalmente, nel profondo, quanto questo tema appartenesse ad una galassia a sé di sofisticate congetture che lo tenevano sveglio la notte. Un giorno – ma qui lasciamo dietro le spalle la storia e ci addentriamo nella leggenda – pare avesse confidato a Kurt Gödel ed al suo amico Albert Einstein di temere che il problema fosse destinato a rimanere eterno, la sua risposta indicibile. Al che il canuto fisico, da poco autore della teoria della Relatività Generale, pare abbia sospirato: “Non abbiamo ancora gli strumenti matematici per descrivere problemi così complessi”.

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