Medvedev e il folle show allo Us Open, secondo la psicologa la colpa è di tutti tranne che la sua

Ce l'ha col pubblico, con l'arbitro, coi social: Francisca Dauzet, psicologa del russo, a Tennis Majors: «Questo sport spinge la mente verso trincee inaspettate»

Medvedev

NEW YORK, NEW YORK - AUGUST 24: Daniil Medvedev reacts against Benjamin Bonzi of France during their Men's Singles First Round match on Day One of the 2025 US Open at USTA Billie Jean King National Tennis Center on August 24, 2025 in the Flushing neighborhood of the Queens borough of New York City. Elsa/Getty Images/AFP (Photo by ELSA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Continua a far parlare di sé lo spettacolo osceno offerto da Daniil Medvedev nell’unica partita giocata (e persa) allo Us Open 2025. Stavolta a soffermarsi sull’argomento è la psicologa del tennista russo, Francisca Dauzet, che intervenuta ai microfoni di “Tennis Majors” ha spiegato i fatti di New York dalla sua prospettiva professionale. Una prospettiva che definirla “di parte” significa usare un gentile eufemismo.

Medvedev, le parole della psicologa

«Posso dire di essere sorpresa dal suo comportamento, ma allo stesso tempo non lo sono. Perché non è il primo né l’unico a fare questo genere di cose. Il tennis è uno sport che provoca questo tipo di reazioni esagerate. Daniil è solito a certi sbalzi d’umore, e sì, a volte possono essere caustici e spiacevoli. Il suo comportamento è fastidioso e influenza anche il pubblico. Tuttavia, penso sia importante distinguere chiaramente ciò di cui si sta discutendo. Ho l’impressione che si sia verificata una fusione e che tutto sia stato messo sullo stesso piano», ha esordito la psicologa.

La sua analisi prosegue così: «Quello che fa Daniil non è politicamente corretto. Non è accettato e forse non è accettabile, soprattutto perché molti giocatori sanno come contenersi e controllarsi quando si trovano di fronte allo stesso disagio. Ma potremmo dire lo stesso della parte del pubblico che reagisce. Pertanto, le esagerazioni sono presenti da entrambe le parti del “palcoscenico”, l’una provoca l’altra e viceversa. Ma non c’è profonda malizia o intenzione di nuocere da parte dei giocatori quando si verificano questo tipo di situazioni. Per giocatori con una grande prontezza mentale, come Daniil, ciò che accade in quel momento è sia inconscio che consapevole, tra la mancanza di controllo e il controllo di ciò che emerge nello spazio-tempo. Questa interruzione del fotografo in campo è stata, come minimo, improvvisata e ha portato a un’estrapolazione delle percezioni. Il che porta a un’esagerazione delle reazioni. E, forse, crea la situazione in cui il giocatore può approfittare delle falle del sistema».

La psicologa accusa anche il giudice arbitro: «Doveva stabilire la struttura e le regole della partita. Se si fosse imposto di più, se avesse saputo come fermare quella situazione, tutto sarebbe terminato in pochi istanti. Nel filmato, vediamo che tutti sono soggetti alla fortissima energia che Daniil emana in quel momento. Tutti sembrano ipnotizzati da ciò che offre con la sua energia. Ciò che emerge dal campo durante una partita costituisce un sistema in cui ognuno ha un posto e gioca un ruolo. Il pubblico, l’arbitro, i giocatori, le squadre: tutto questo forma un sistema con energia circolante. In ogni momento, Daniil cattura l’energia di tutti. A volte questo genere di cose accade, ma in modo meno spettacolare, quindi quasi nessuno se ne accorge».

A questo punto, entra in gioco anche il tema dei social network. «Soffriamo di questa pressione puzzolente dei social media, dove tutto è permesso dietro uno schermo, dietro l’anonimato, e dove la gente dice: ‘Daniil è questo, Daniil è quello’… Non sanno quasi nulla di Daniil; hanno accesso solo a un fatto relativo. La mia non è una difesa estrema di Daniil, ma piuttosto un invito a tutti a essere più cauti nei loro interventi, quando non è chiaro di cosa o di chi stanno parlando».

Infine, la psicologa conclude dicendo: «La maggior parte delle persone sembra ignorare cosa provi un atleta di alto livello, e a maggior ragione nel tennis, uno sport unico che amplifica al massimo le emozioni. Questo sport spinge la mente verso trincee inaspettate o persino luoghi molto familiari».

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