Mouratoglou e il “nuovo” Alcaraz: «Ha imparato dalla sconfitta di Wimbledon, ha cambiato servizio e mentalità»

Su Linkedin: "La sconfitta a Londra è stata oro per lo spagnolo. Carlos è adesso su una traiettoria che, se mantenuta, potrebbe renderlo uno dei più grandi di tutti i tempi in termini di successi".

Mouratoglou, Alcaraz

Denmark's Holger Rune's coach Patrick Mouratoglou watches the men's singles match between Denmark's Holger Rune and US Christopher Eubanks on day three of the Roland-Garros Open tennis tournament at the Court Simonne-Mathieu in Paris on May 30, 2023. Emmanuel DUNAND / AFP

Continuano a susseguirsi analisi e considerazioni sul trionfo di Carlos Alcaraz allo Us Open 2025. Nelle ultime ore, è arrivato anche il focus ad opera del noto coach francese Patrick Mouratoglou, il quale si è soffermato sulla sontuosa versione dello spagnolo vista a Flushing Meadows tramite il proprio profilo Linkedin.

Mouratoglou e la svolta di Alcaraz

Mouratoglou apre il suo focus con una domanda che si saranno fatti milioni di appassionati: “Alcaraz era semplicemente troppo bravo o Sinner non era al suo meglio?”.

A tale interrogativo, il 55enne dell’Île-de-France risponde così:

“La mia risposta è: entrambe le cose. E c’è un motivo. Questo motivo è qualcosa a cui tengo profondamente: comportarsi da campioni. Se guardiamo alle ultime tre finali del Grande Slam a cui hanno preso parte quest’anno – Roland Garros, Wimbledon e US Open – al Roland Garros è stata l’unica in cui entrambi i giocatori hanno giocato al 100% del loro livello. A Wimbledon, Jannik ha giocato a un livello molto alto, ma Carlos non si è nemmeno avvicinato al suo livello abituale. Agli US Open, è stato Alcaraz a offrire una prestazione eccezionale, mentre Sinner chiaramente non stava giocando al meglio. Questa è stata una conseguenza diretta della finale di Wimbledon e delle lezioni apprese da Alcaraz e dal suo team”.

“Come dico sempre: una sconfitta non è mai un problema, finché si impara da essa. Da questo punto di vista, la sconfitta di Wimbledon è stata oro per lo spagnolo. Un punto di svolta. Un campanello d’allarme. Se ascoltate Carlos durante la finale di Wimbledon, mentre parla al suo box, in sostanza stava dicendo: «Sta giocando troppo bene. Non ho soluzioni». Poi ha pensato «Questo ragazzo sta iniziando a essere migliore di me. Non posso permettere che accada». Questo cambiamento di mentalità è stato fondamentale per la sua decisione di lavorare su aree specifiche e di evolversi rapidamente”, è la ricostruzione di Mouratoglou.

Secondo il coach, Alcaraz “ha individuato tre priorità da affrontare: 1) Migliorare il servizio; 2) Aggiungere ancora più varietà, perché se giochi con Sinner a un ritmo costante, non sbaglierà. Carlos sapeva di dover essere più imprevedibile, cambiando ritmo, attirandolo e aprendo più opportunità per prendere il controllo dei punti. 3) Cambiare mentalità. Durante la finale di Wimbledon, Carlos non era soddisfatto del proprio atteggiamento. Era chiuso, negativo ed esitante. Pensateci: si è lasciato convincere che l’avversario fosse migliore, e questa non è la mentalità di un campione”.

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Fatta questa sottolineatura, Mouratoglou ha concluso prospettando per il classe 2003 murciano un futuro da sogno: “Ha capito che se voleva continuare a vincere tornei del Grande Slam, non poteva pensare: «Quel ragazzo è migliore di me oggi». Doveva pensare: «Troverò la soluzione». E come risultato, abbiamo visto la versione più concentrata e costante di Alcaraz che abbiamo mai visto in uno Slam. Carlos è ora su una traiettoria che, se mantenuta, potrebbe renderlo uno dei più grandi di tutti i tempi in termini di successi”.

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