Pagelle / Conte plasma il nuovo che avanza a sua immagine e somiglianza. Dalla parte di Lucca e Meret
De Bruyne è King Kevin. E ce l’abbiamo noi. Lobotka è l’Uno plotiniano. Anguissa è signore e guardiano della terra di mezzo

Napoli's Italian coach Antonio Conte looks on before the Italian Serie A football match between Sassuolo and Napoli at the Mapei - Città del Tricolore stadium in Reggio Emilia, on August 23, 2025. (Photo by Stefano RELLANDINI / AFP)
Le pagelle di Sassuolo-Napoli 0-2, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. Col Quarto ricamato sul bianco di stasera, il Napule ritrova il fu Scansuolo alla prima di campionato – laddove il sarrismo esordì in panca il 23 agosto del Quindici, perdendo due a uno – e subito azzera il soverchio dibattito estivo sulla difesa traballante nelle amichevoli giocate. Stavolta si fa sul serio (non a caso risolvono i Blue Brother di Manchester) e la porta rimane vergine. Nonostante questo il povero Meret andrà alla sbarra per quelle due indecisioni fantozziane su Pinamonti e Muharemovic, processato dal pueblo mai misericordioso con lui. All’uopo giova ricordare che Milinkovic-Savic, col Toro l’anno passato, ha fatto papere peggiori nel rilancio breve coi piedi (da rivedere quella con il Verona, quando fece segnare Sarr). Teniamolo a mente. Ovviamente il linciaggio usuale di Meret è da respingere in toto da queste parti – 6
DI LORENZO. Stasera il quattro-uno-quattro-uno che mescola fantasia e riformismo contiano ha abolito la sinistra e così nell’offesa la dialettica della destra è ancora più vitale con il Capitano dei Due Scudetti e il faticatore Na-Politano – 6
RRAHMANI. Un paio di cappellate, Amir, le combina (al 20’ e nel finale) ma tutto sommato la difesa regge senza problemi i neroverdi risaliti. Da segnalare soprattutto che poteva essere lui a sbloccare la partita servito magnificamente, ca va sans dire, da King Kevin – 6
JUAN JESUS. Il Napule prende Beukema e pure Marianucci ma alla fine c’è sempre l’eterno ritorno di Giovannino Gesù, che a dire il vero non è nicciano ma almeno non fa errori in una partita in cui gli azzurri perdono sovente la pelota – 6
OLIVERA. La sinistra langue ma l’Uruguagio non è una presenza in crisi. Anzi, si butta nell’offesa tentando dialoghi con gli Avengers del centro, a partire dal sovrano belga – 6
SPINAZZOLA dall’89’. Un assist nel finale gli vale il voto – 6
LOBOTKA. L’Amato Lobo è l’Uno plotiniano del nuovo modulo contiano ed esplora pure nuove terre, come quando al 55’ fa l’ala sinistra e da lì zampilla la doppia occasione del palo politaniano e del successivo tentativo lucchese – 7
GILMOUR dall’81’. Senza voto
POLITANO. Lì davanti cambia tutto ma non lui a destra. E’ sempre il Na-Politano che ha consacrato il suo talento alla fatica. Certo, a volte s’intestardisce un po’ troppo nel solito modo suo, ma ingarra il traversone inzuccato in rete da McDomine. Indi c’è il palo citato dianzi – 7
NERES dal 75’. Il profeta David è il primo a entrare nel finale. Osa quello che deve osare quando ormai è quasi tutto finito – 6
ANGUISSA. Zambo è signore e guardiano della terra di mezzo, con i Blue Brother di Manchester esentati dal posto fisso. Tranne per la pelota persa al 52’ in area (poi tiro di Berardi), Anguissa si conferma il Predator azzurro – 7
DE BRUYNE. Illumina, assiste, corre, gestisce, attacca, difende, imposta, segna. E’ King Kevin. E ce l’abbiamo noi – 7,5
McTOMINAY. Scott il Rosso riprende da dove aveva smesso e ostenta una cabeza vincente da attaccante purissimo. Indi fracassa la traversa turatiana nel finale del primo tempo – 7,5
VERGARA dall’89’. Una sostituzione che forse significa qualcosa nei piani contiani. Vedremo – senza voto
LUCCA. Ogni uomo è un’isola, per dirla con Giorgione Amendola. Soprattutto se è un attaccante. Insieme con Meret rischia il processo della settimana. Non qui: ha corso, talvolta ha spalancato ghiotti abissi per i compagni, ha preso mazzate, ha ricevuto zero palloni, ha provocato l’espulsione di Koné – 6
LANG dall’81’. Senza voto
CONTE. Il suo è un quattro-uno più un continuo mescolarsi di ruoli oltre la linea del Caro Lobo. Ancora una volta si conferma come il vero rivoluzionario vincente del Napule aureliano. Conte plasma il nuovo che avanza a sua immagine e somiglianza, laddove la storia viene scritta da chi vince. La sua è una squadra che sa aspettare, sa gestire e sa essere imprevedibile pur non impiccandosi al giochismo. E alimenta una curiosità spasmodica per capire dove potrà arrivare (in campionato, eh!) – 8
ARBITRO AYROLDI. Correttissimo – 6