Sette italiani nei top 50 del tennis, il boom cominciato dal lancio del canale tv
SuperTennis, creato nel 2008. Poi l'addio alla terra rossa, la cura dei tecnici e l'aumento della base per l'esplosione della racchetta.

Londra 13/07/2025 - finale Wimbledon foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner-Kate Middleton ONLY ITALY
Il tennis italiano sta vivendo un momento d’oro, con sette atleti tra i primi 50 al mondo, incluso Jannik Sinner. Questo successo non è casuale, ma il risultato di una serie di riforme strategiche attuate dalla Federazione Italiana Tennis (Fit) negli ultimi 15 anni. L’ultimo ad entrare nella Top 50 è Luciano Darderi (48) che raggiunge Jannik Sinner (1), Lorenzo Musetti (7), Flavio Cobolli (18), Lorenzo Sonego (37), Matteo Berrettini (42) e Matteo Arnaldi (44).
Una rivoluzione che arriva da lontano e che porta la firma di Angelo Binaghi: «Eravamo intorno al 10° posto tra le federazioni con circa 120 mila tesserati. Ora siamo il secondo sport con un milione di tesserati, siamo vicini al calcio per diffusione». E non basta. Oggi il Masters 1000 di Roma è uno dei grandi motori della Fitp, movimenta circa 80 milioni l’anno, e punta a diventare il quinto slam. Per non parlare delle Atp Finals che hanno fatto dell’Italia un centro del Tennis Mondiale. Sinner, sette italiani nella Top 50 e le coppe Davis e Billie Jean King sono solo il logico risultato. Sport è finanza ne ha più volte esaminati i risvolti.
La rivoluzione del tennis italiano in punti
SuperTennis: la rivoluzione mediatica. Uno dei pilastri di questa rinascita è SuperTennis, il canale televisivo federale lanciato nel 2008. Inizialmente accolto con scetticismo per la sua programmazione limitata, SuperTennis si è evoluto diventando un punto di riferimento fondamentale.
Acquisendo i diritti di tornei importanti, ha reso il tennis l’unico sport di alto livello visibile gratuitamente in Italia. Il suo ruolo è stato cruciale nel far affezionare il pubblico ai giocatori italiani, trasmettendo tutte le loro partite e promuovendo anche il tennis femminile, spesso trascurato dalle altre emittenti.
Campi veloci
Intorno al 2010, la federazione ha avviato il “progetto campi veloci”. Storicamente, l’Italia era dominata dai campi in terra rossa, una tradizione radicata anche per l’importanza degli Internazionali di Roma. Tuttavia, nel tennis professionistico, la maggior parte dei tornei si gioca sul cemento. Questo portava i giovani italiani a essere meno preparati per le superfici veloci.
Con incentivi ai circoli, sono stati costruiti circa 450 campi in cemento, permettendo ai tennisti di allenarsi e competere fin da giovani su superfici più allineate al circuito internazionale. Questo cambio ha formato giocatori più versatili e con un servizio più potente, fondamentale sul cemento, come dimostra l’ascesa di Matteo Berrettini.
Riforma del settore tecnico e giovanile:
Parallelamente al progetto dei campi veloci, c’è stata una profonda riforma del settore tecnico, con la rifondazione dell’istituto di formazione federale per maestri e l’introduzione di corsi specifici per tutte le figure professionali (preparatori fisici e mentali, fisioterapisti). Dal 2015, è stato rivoluzionato anche il percorso giovanile. Il vecchio modello che concentrava i talenti precoci nel centro di Tirrenia si è rivelato inefficiente e troppo stressante per i ragazzi. Si è compreso che un approccio più graduale e diffuso sul territorio era più efficace.
Dal territorio alla base: Ampliare le opportunità: La federazione ha rafforzato la sua presenza sul territorio, introducendo centri di aggregazione provinciali (Cap), centri periferici di allenamento (Cpa) e centri tecnici periferici (Ctp). Questo sistema permette ai giovani di avvicinarsi all’ambiente federale gradualmente, rimanendo più vicini alle famiglie e ricevendo il supporto di professionisti federali. L’età per l’accesso a Tirrenia è stata posticipata, e il centro non è più l’unica via per il professionismo. Questo ha portato a un numero elevato dei ragazzi tesserati tra i 16 e i 18 anni rispetto al 2005-2006, aumentando la probabilità di individuare nuovi talenti.
Progetto Over 18 e tornei challenger: Il supporto alla transizione: Successivamente, è stato lanciato il “progetto over 18” per supportare i giovani nella delicata transizione al professionismo. La federazione finanzia le trasferte e aiuta nella programmazione, permettendo ai ragazzi di affrontare il circuito con meno pressioni economiche e logistiche.
Un altro fattore determinante è l’aumento esponenziale dei tornei Challenger organizzati in Italia, più di qualsiasi altro paese. Questi tornei permettono ai giovani di accumulare esperienza e punti Atp senza dover affrontare trasferte onerose. Le wild card riservate ai tennisti italiani nei tornei casalinghi garantiscono inoltre l’accesso a importanti competizioni fin da giovanissimi.