Wimbledon, Tarvet va al secondo turno ma è un atleta studente e incassa solo parte del montepremi
L'attuale numero 733 al mondo intascherà solo una piccola parte del prize money stabilito per coloro che riescono a vincere il match inaugurale

Members of staff arrange the net on Center Court prior to the start of the 2023 Wimbledon Championships at The All England Tennis Club in Wimbledon, southwest London, on July 2, 2023. (Photo by Adrian DENNIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE
Wimbledon è appena cominciato, ma la prima tranche di gare ha già offerto qualche bel colpo di scena. Ad esempio, il 21enne giovane di casa Oliver Tarvet – il giocatore con la classifica più bassa nel tabellone singolare – si è guadagnato il secondo turno imponendosi sull’elvetico Leandro Riedi con un triplo 6-4. Un successo che gli cambierà la vita, anche se forse non quanto avrebbe sognato: c’è un problema col montepremi.
Wimbledon e il “caso” Tarvet
L’attuale numero 733 al mondo intascherà infatti solo una piccola parte del prize money stabilito per coloro che riescono a vincere il match inaugurale. Il motivo è presto spiegato da The Telegraph, che nell’approfondimento dedicato all’inglese sull’edizione online si sofferma anche su questo aspetto.
“A qualsiasi giocatore singolare che raggiunga il secondo turno all’All England Club sono garantite 99.000 sterline di montepremi. Eppure Tarvet, che studia all’Università di San Diego, potrà riscuoterne solo una piccola parte a causa delle regole della National Collegiate Athletic Association per gli studenti atleti”, spiega la testata britannica.
Telegraph sottolinea dunque che il limite stabilito dalla Ncaa ammonta a circa 10.000 dollari (7.290 sterline) l’anno. Quindi conclude scrivendo: “Tarvet, 21 anni, ha già vinto 2.100 sterline di montepremi quest’anno, quindi può intascare una parte delle sue vincite a Wimbledon. Ma resta da vedere cosa accadrà al resto del montepremi”.
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Fognini: «Mio figlio Federico è a Wimbledon solo per Alcaraz, ho detto: “Non salutarlo e guardalo male”»
Fabio Fognini oggi affronta Carlos Alcaraz nel primo turno a Wimbledon 2025. La sua intervista ad As.
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Cosa hai pensato quando hai visto il sorteggio e che dovevi sfidare Alcaraz?
«Sinceramente, contento. Perché con tutto quello che ho fatto, giocare qui contro Carlitos significa che ne è valsa la pena. Al Centrale, contro il giocatore più in forma del circuito, il campione in carica. Non sarebbe potuto succedere di meglio. Se parliamo di tennis, di vincere le partite, ovviamente mi sarebbe piaciuto giocare con lui un po’ più avanti».
Questa è una sorta di ricompensa per la tua carriera…
«Esattamente, è così che la vedo. Lo conosco bene, anche se è abbastanza giovane e quello che sta realizzando insieme a Jannik è come rivedere un po’ la mia epoca, quella di Federer, Nadal, Djokovic. In questo momento è una bella ricompensa. Spero di godermi il più possibile il torneo e giocare una buona partita. Questa è la cosa più importante».
Pensi più a vincere che a divertirti?
«Ho sempre detto che i buoni giocatori, anche ai miei tempi, era sempre meglio incontrarli all’inizio del torneo. La prima partita è sempre complicata e ovviamente non ho nulla da perdere e il mio obiettivo è godermela».
Quali saranno le tue mosse?
«Con questi ragazzi c’è poco da pensare, ma in realtà due giorni fa quando è uscito il quadro, mio figlio mi ha chiamato e mi ha detto “Hai visto papà? Giochi contro Carlitos”, io ho risposto “Vuoi venire?” e Flavia (Pennetta) con i bambini è venuta a Londra. Quando ci siamo incontrati ho detto a mio figlio “Non salutarlo, guardalo male, sarà il mio avversario”».
Se non fosse stato per Carlos, non sarebbero venuti?
«Credo di no, perché oltre a Jannik, che è italiano, quello che piace di più a mio figlio Federico è Carlitos. Vado molto d’accordo con Alcaraz, ci ho già giocato due volte contro».
È il tuo ultimo Wimbledon?
«L’anno prossimo è ancora molto lontano. Non ho idea di come finirò questo, fisicamente sto soffrendo molto con i piedi, ma va bene».
Una volta c’era l’armata spagnola per il numero di tennisti iberici che c’erano, e ora sono gli italiani che dominano…
«Siamo nel periodo migliore della storia del tennis italiano, con Sinner, Musetti, con giovani molto bravi dietro di loro. Non puoi chiedere di più. Molto tempo fa c’erano solo uno o due forti».