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Gli avversari gestiscono il timore; il Napoli gestisce la lingua del gioco e le partite

Napoli-Genoa, la partita non guardata: la squadra di Sarri padroneggia gli strumenti, segna la differenza tra chi gioca e chi gioca a calcio.

Gli avversari gestiscono il timore; il Napoli gestisce la lingua del gioco e le partite

Napoli – Genoa

Che strane le partite di venerdì, che strano muoversi in treno al contrario, con la partita ancora da disputare, e la nostra passione comincia a dipanarsi già sui binari. Su binari distanti e diversi; so ad esempio che, mentre io sto viaggiando da Milano a Venezia, il mio amico Raniero sta viaggiando da Praga da Berlino. Altre rotaie, altre storie.

Come si incrociano le nostre vite e quante volte negli incroci che mi riguardano hanno contato i binari, più degli aerei, più delle auto, più delle metropolitane. Il treno di Raniero è in ritardo, spero sia arrivato a casa in tempo. Il mio treno arriva a Venezia in orario. C’è un incontro alla Libreria Marco Polo che mi fa piacere seguire, finirà più o meno quando le due squadre andranno a riposo dopo i primi 45 minuti.

Si presenta la rivista Aut Aut, il numero ha per titolo Pericolosi sono gli altri, l’argomento è di quelli che mi interessano molto, in vista del Festival dei Matti che si terrà qui a Venezia a fine maggio. L’argomento è serio, ma se voglio ammorbidirlo e spostarlo sul calcio mi viene da scrivere Pericolosi siamo noi, nel senso più sportivo del termine.

Decide il Napoli

Il Napoli è pericoloso nella percezione degli avversari, è temuto, e ogni avversario gestisce questo timore come meglio può, come capita (che non vuol dire casualità, ma una serie di piccole conseguenze collegate tra loro). Se pensiamo alle ultime tre partite vedremo tre modi diversi di gestire il timore. Il Palermo lo ha gestito non giocando e gli è andata pure bene; il Bologna all’opposto ha provato a giocare e gli è andata malissimo; il Genoa ha adottato una via di mezzo, ha mostrato una buona organizzazione di gioco, ma poco altro, i nostri amici genoani non hanno mai tirato, diciamocelo.

I diversi risultati di queste tre partite, però, non sono stati determinati dalla gestione del timore da parte degli avversari ma semplicemente dalla gestione del match da parte del Napoli: meno deciso (e fortunati) col Palermo, devastante dal primo all’ultimo minuto col Bologna, ordinato, determinato e senza sprechi con il Genoa. Ecco cos’è, ecco chi decide.

La lingua del gioco

Una scrittrice spagnola che amo molto, Mercè Rodoreda, nel prologo al suo romanzo Quanta, quanta guerra… (La Nuova Frontiera, 2016, trad. di S. M. Ciminelli), scrive:

È lontano il tempo in cui pensavo che per scrivere un romanzo bastasse conoscere il catalano e saper battere a macchina.

Attenzione. La scrittrice dice due cose importantissime sulla conoscenza e sull’agire. Per scrivere un romanzo non basta conoscere una lingua e nemmeno padroneggiarla, così come non basta una macchina da scrivere, non basta un computer; non bastano gli strumenti, conta come li usiamo, conta come li amalgamiamo.

Il Napoli conosce la lingua del gioco, la padroneggia e molto spesso la controlla benissimo, la domina. Ci sono domeniche in cui non sbaglia un congiuntivo, un concordanza, un tempo verbale. Il Napoli conosce la grammatica del campo e sa usare la macchina da scrivere, sa picchiare sui tasti. Ma come dice la scrittrice catalana (che magari, se fosse ancora viva, tiferebbe per il Napoli mercoledì prossimo) tutto questo non basta, è roba di gioventù, la strada non è mai dritta, fa una curva dietro l’altra ed è piena di boscaglia; scrive poi Rodoreda, il Napoli credo che questo lo abbia imparato, il calcio è un gioco con regole semplici proprio come quelle grammaticali, ma rendere quella semplicità, far sì che conduca alla vittoria, questo è complicatissimo. Questa è la differenza tra chi gioca e chi gioca a calcio, tra chi scrive e uno scrittore.

Spero che il Genoa si riassesti, non avrà problemi a salvarsi e noi il Genoa lo vogliamo sempre in A.

La partita non capita

Qualche domanda a caldo a mia sorella.

D: Che significa quando un giocatore spacca la partita?
R: Quando certi giocano bene e altri no.

D: Secondo te che ha fatto Callejón stasera?
R: Si è rotto le scatole, lo vogliono soltanto da lui?

Siamo pronti per mercoledì? Lo si è mai? Certo che esserci mette i brividi, è un ottavo di Champions League e andiamo a Madrid, andiamo a giocarcela.

Notizie dall’Inghilterra

In inghilterra si dorme, il Watford e il Southampton giocheranno alle 16,00, i ragazzi sono tranquilli. Pare che Gabbiadini abbia già trovato il suo pub preferito dove beve e ride con regolarità. Molto bene.

Note a margine

  • Ammonito Rog, miracolo al San Paolo
  • Gol di Giaccherini come se fosse Natale
  • Ama Zielisnki tuo come te stesso.
  • Andare a Madrid è come andare a Melito, sempre sei lettere sono
  • #IoStoConSarri
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