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Laura Morante: «Ad una festa non riconobbi Jonny Depp, il produttore di Kusturica mi disse: cambia mestiere»

Al CorSera: «Perché non ero alla premiazione a Cannes, nel 2001? Bisogna chiederlo a Nanni Moretti, suppongo non voleva che ci fossi»

Laura Morante: «Ad una festa non riconobbi Jonny Depp, il produttore di Kusturica mi disse: cambia mestiere»

Il Corriere della Sera intervista Laura Morante. Nel 2001 vinse la Palma d’Oro a Cannes con “La stanza del figlio”, film diretto da Nanni Moretti, ma non partecipò alla premiazione.

«Non ero alla premiazione, unica del cast. Perché? Bisogna chiederlo a lui, Nanni. Suppongo che non voleva che ci fossi. Non abbiamo mai chiarito l’episodio. Ogni tanto ci sentiamo, ci facciamo gli auguri per il compleanno, ma non è che siamo amici, lo eravamo vent’anni fa».

Parla dell’ansia che l’ha attanagliata per anni.

«L’ansia viene dalla timidezza, che ora ho superato, dal bisogno di sentirmi protetta, e mi dà stress la mondanità. Ricordo il viaggio in treno per Cannes, ero ragazza, per “La tragedia di un uomo ridicolo”, di Bertolucci. Sul set mi diceva: ti rendi conto la cosa importante che stai facendo? Volevo scendere a ogni fermata. Mi consolava Lina Taviani, la costumista moglie di Paolo. Un’altra volta ero sola ed ebbi un attacco d’ansia terribile. La mattina presi un sonnifero e non mi svegliai in tempo per la serata. Corsi trafelata verso il palazzo, mettendomi un abito qualunque. Le porte erano chiuse. Però mi unii alla cena dopo la proiezione, scoppiò una rissa con Jonny Depp. Io dissi: ma chi è? Karl Baumgartner, il produttore di Kusturica che era mio amico mi rimproverò: cambia mestiere. Però era bello andare a quelle feste».

Le chiedono se abbia rimpianti.

«Non per un film non fatto, ma per non avere osato, per essermi tirata indietro, la paura. Per non aver sostenuto l’esame di latino pregiudicandomi il liceo Classico, per non essermi presentata al provino di danza (le mie origini) necessario ad entrare nella compagnia italiana di Carolyn Carson. Io ero la dimostratrice, c’era una principiante: lei si presentò, io me ne andai pensando di non essere all’altezza. Ai miei figli dico, non abbiate paura di fallire».

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