Il New York Times: la racchetta spaccata nel tennis è diventata una malattia contagiosa (e impunita)

Ormai lo fanno tutti, e "non è più divertente" come ai tempi di McEnroe: le multe dell'Atp sono ridicole

Kyrgios

Roma 12/05/2015 - Internazionali BNL d'Italia / foto Insidefoto/Image nella foto: Nick Kyrgios

Se devi scrivere un lungo articolo sui tennisti che spaccano racchette il primo nome a cui pensi non è Jenson Brooksby. Eppure il New York Times parte dalla “stella nascente americana”, proprio perché è l’ultima in coda. Le intemperanze dei giocatori sui campi da tennis restano per lo più impunite, o sanzionate con leggere carezze, ed è un fenomeno in crescita, “preoccupante”.

Si parla ovviamente di Nick Kyrgios, “il capriccioso australiano”, che prima di farsi eliminare dall’arbitro e da Sinner a Miami a Indian Wells, appena sconfitto da Nadal per poco non ha colpito in faccia un raccattapalle quando ha scaraventato a terra la sua racchetta. L’Atp ha punito Kyrgios con una multa di 20.000 dollari e altri 5.000 per aver pronunciato un’oscenità. Poi con Sinner ha lanciato la spaccato la racchetta mentre stava perdendo il tie-break del primo set, beccando una penalità per comportamento antisportivo mentre urlava qualsiasi cosa all’arbitro Carlos Bernardes. Poi, durante il cambio campo ha sbattuto la racchetta a terra quattro volte, guadagnandosi un un penalty-game.

“Dobbiamo aspettare che qualcuno inizi a sanguinare?”, ha commentato un esasperato Patrick McEnroe, il cui cognome lo impone come esperto. La storia viene da lontano: fa parte del gioco come le risse nell’hockey, sono un modo per i giocatori di sfogarsi. “Ma poiché la cultura e la società sono diventate meno tolleranti nei confronti delle manifestazioni pubbliche di rabbia – scrive il Nyt – ora non sembra più divertente”.

Gli arbitri di sedia – che per Kyrgios ormai sono dei semplici segnapunti – ancora resistono a infliggere la punizione più grave. “La ragione della cospicua clemenza è che devono in qualche modo mantenere viva la partita. Non ci sono sostituzioni. I giocatori di tennis, in particolare le stelle del tennis, sanno di avere un’influenza incontestabile sugli arbitri”.

Il caso più grave riguarda Alexander Zverev, che ha ripetutamente colpito la sedia dell’arbitro (con l’arbitro ancora sopra= alla fine di una partita di doppio agli Open del Messico a febbraio, a pochi centimetri dalle sue caviglie. L’ATP l’ha “punito” con una squalifica sospesa di otto settimane.

“Distruggere la racchetta è contagioso”, scrive ancora il Nyt. “Persino Roger Federer c’è cascato in passato. No, Nadal no. Lui “è notoriamente gentile con la sua attrezzatura e ha detto che non distruggerà mai la sua racchetta”.

Andy Roddick, l’ex numero 1 del mondo, su Twitter la scorsa settimana ha postato un tutorial ironico su come distruggere in sicurezza una racchetta, senza mettere in pericolo nessuno.

Le multe sono ridicole: Brooksby ha pagato 15.000 dollari, meno della metà dei 30.130 che si era garantito vincendo la partita, per non parlare dei 94.575 dollari che alla fine ha raccolto per essere arrivato al quarto turno. Kyrgios è stato multato di 20.000 dollari per aver quasi colpito il raccattapalle a Indian Wells, dove ha guadagnato 180.000 dollari per aver raggiunto i quarti di finale.

Zverev, che ha guadagnato più di 30 milioni di dollari in premi in carriera, ha dovuto rinunciare ai suoi guadagni in Messico, ma la squalifica sospesa gli ha permesso – in meno di due tornei – di guadagnare più del triplo in premi in denaro di quanto gli è costato lo sfogo”.

Correlate