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Ornella Vanoni: «Stare vicino a un depresso è peggio che stare vicino a un malato di cancro»

A Specchio: «Papà mi faceva tenerezza. Quando era depresso, non sapeva nemmeno che cosa avesse. Anche io l’ho avuta, ma mi sono curata. Da allora posso avere giorni di tristezza tremendi, ma poi mi passa»

Ornella Vanoni: «Stare vicino a un depresso è peggio che stare vicino a un malato di cancro»

Specchio intervista Ornella Vanoni. Racconta il rapporto con suo padre, che soffriva di depressione.

«Ero pazza di mio padre. Lo vedevo fragile. Un uomo timidissimo. Gli telefonavo sempre, due volte al giorno. Anche quando ero in America, ci sentivamo continuamente. Mia madre mi sembrava più forte. Quando lui è morto, io non l’ho mai chiamata così spesso. Papà mi faceva tenerezza. Quando era depresso, non sapeva nemmeno che cosa avesse. All’epoca non c’era niente da fare. Io volevo aiutarlo, ma non potevo. Poi la depressione l’ho presa io, e l’ho capito».

Lei, però, si è curata.

«Odio quelli che non si curano. Se prendi gli psicofarmaci stai meglio, e fai stare meglio le persone intorno a te. Perché stare vicino a un depresso è peggio che stare dietro a un malato di cancro, credimi. Io ho trovato un bravo psichiatra e da allora non ho più avuto la depressione. Posso avere dei giorni di tristezza tremendi ma poi piango e mi passa. Fa bene piangere, libera. Io, dopo le mie dieci ore di pianto, sto meglio».

La Vanoni parla anche del rapporto tra le donne: non è sempre di solidarietà.

«Io ho delle amiche donne straordinarie, ma è anche vero che non vedo in giro tutta questa grande amicizia tra donne. Gli uomini hanno lo sport che li unisce. La Yourcenar scriveva “invidio mio padre” per questo motivo. Noi non abbiamo in comune una passione che ci unisce, se non quella, in questo momento, di cercare di salvare le donne in generale».

 

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