Tomasi, ad di Autostrade: “Nessun rischio sulla rete. Il Morandi? Il crollo non ha giustificazione”
Intervista al Secolo XIX: "La portata del dolore che abbiamo provato e visto ce la porteremo dentro per tutta la vita. Conosco il valore degli uomini che erano là, dopo il crollo. Non se n’è tirato indietro uno"

Il Secolo XIX intervista Roberto Tomasi, l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. E’ subentrato a Giovanni Castellucci, il cui nome era finito nell’indagine sul crollo del Morandi e che per questo si è dimesso garantendosi una liquidazione milionaria.
Tomasi garantisce agli automobilisti che percorrono la rete autostradale che i ponti, i viadotti e i tunnel sono sicuri. Dice:
«Per il lavoro svolto finora sì. Non significa che non reagiremo a ogni segnalazione di criticità. Sappiamo di essere nell’occhio del ciclone e forniremo risposte».
Gli viene ricordato che il capo-manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, indagato per il crollo del 14 agosto 2018, ha dichiarato in un verbale che se un ponte ha un coefficiente di rischio 60 è compromessa la sua capacità statica e che a 70 può crollare. Ma otto viadotti gestiti da Autostrade, secondo gli ultimi report prodotti dalla società variano fra 60 e 70. Come è possibile rassicurare gli utenti di fronte a una contraddizione simile?
«Mi rimetto al manuale di sorveglianza Aspi-Spea. Con voto 60 la riduzione di staticità è inferiore al 5%, l’intervento va pianificato entro due anni. Il voto 70 individua una perdita di capacità statica oltre il 5% sull’infrastruttura e servono azioni immediate, con eventuali limitazioni del carico fino anche alla chiusura a seconda del danno riscontrato. Sui viadotti di recente classificati con 60 e 70 le direzioni di tronco sono intervenute subito. Questi ponti sono sicuri».
Non si spiegano le parole di Donferri, dunque:
«Non sono in linea con il manuale. Bisognerebbe chiedere a lui perché fece quell’affermazione».
Fino a poche settimane fa, Autostrade si serviva, per la verifica di sicurezza e per le manutenzioni, di Spea, ora esautorata. Sul punto Tomasi dichiara:
«Se ci sono responsabilità penali personali saranno approfondite dai magistrati. Spea ha avuto una tradizione importante, ora abbiamo deciso di cambiare tutto e affidarci a soggetti esterni per assicurare la massima terzietà, anche a fronte di valutazioni divergenti».
Tomasi ribadisce che è interesse anche di Autostrade che gli investigatori scoprano la verità. Poi gli viene chiesto se ha mai incontrato i familiari delle vittime del Morandi, nella sua veste ufficiale di ad di Autostrade:
«Non li ho mai incontrati. Sull’argomento trasmetto non tanto il mio sentimento, ma quello di un’intera azienda. Ed è un sentimento di annichilimento della propria posizione. La portata del dolore che abbiamo provato e visto nei giorni in cui siamo stati a Genova, ce la porteremo dentro per tutta la vita. Quell’opera era gestita da noi, non trovo giustificazione a quanto è successo. Ma conosco il valore degli uomini che erano là, dopo il crollo. Non se n’è tirato indietro uno».