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Castellucci si dimette da Atlantia. In cambio riceve 13 milioni (a rate)

Il manager: “Me ne vado, levo tutti dall’imbarazzo. Questa non è più la mia stagione”. In attesa del nuovo ad deciderà un comitato di cinque membri

Castellucci si dimette da Atlantia. In cambio riceve 13 milioni (a rate)
autostrade

Alla fine, come anticipato ieri, Giovanni Castellucci lo ha fatto davvero. Si è dimesso dall’incarico di amministratore delegato di Atlantia.

Lo ha fatto al consiglio di amministrazione che aveva convocato apposta, in via straordinaria, per discutere delle sue deleghe. Entra in riunione con un foglio di dimissioni tra le mani. Ne esce con un assegno da 13 milioni in tasca.

A Repubblica racconta:

“Ho levato tutti dall’imbarazzo. Me ne vado a 60 anni dai vertici di una grande azienda, ma già in assemblea avevo annunciato che questo sarebbe stato l’ultimo mandato”.

Ora Atlantia gli pagherà a rate (4, per la precisione, entro il 2022, scrive Il Fatto Quotidiano) la maxi liquidazione. A meno che non venga riscontrato, a suo carico, il dolo o lo colpa grave, spiega il quotidiano.

Poi ci sono i piani di stock option, chiarisce Libero. Per un anno Castellucci avrà auto aziendale e casa. Ma soprattutto verrà garantito sul fronte giudiziario: Atlantia si sobbarca anche le spese e i risarcimenti di tutti i processi presenti e futuri. In attesa che si faccia chiarezza sulle cause del crollo del ponte Morandi che è costato la vita a 43 persone.

Un cda lunghissimo ma svoltosi in un clima sereno, a detta di chi c’era, al termine del quale si consuma un divorzio consensuale.

Castellucci viene sostituito ad interim da un comitato esecutivo composto da 5 membri tra cui, il presidente Fabio Cerchiai, Carlo Bertazzo (che della cassaforte dei Benetton è il direttore generale) e a tre consiglieri indipendenti come Anna Chiara Invernizzi, Gioia Ghezzi e Carlo Malacarne.

Ma, scrive il quotidiano, gli investitori non sono poi così contenti.

“Castellucci che a maggio era stato rinnovato fino al 2021 lascia senza che in azienda abbiano predisposto un piano di successione, e in attesa che il cda incarichi un cacciatore di teste per trovare il sostituto. E questo accade a dispetto del fatto che il ponte sia crollato il 14 agosto del 2018, che Castellucci sia ad dal 2005 e che la famiglia Benetton sia uno degli azionisti di riferimento dal 2003, quando insieme all’attuale presidente esecutivo Gianni Mion, la dinasty veneta aveva diversificato sulla privatizzazione di Autostrade spa, oggi Aspi”.

Ieri il titolo Atlantia, che aveva chiuso le due precedenti sedute in perdita, è risalito.

“Gli investitori hanno voluto vendere il bicchiere mezzo pieno: il nuovo governo, che nel contratto di programma parla di «revisione» e non di revoca della concessione, senza Castellucci avrà mano libera di sedersi attorno a un tavolo per negoziare con i vertici di Atlantia i termini e le tariffe della maggiore rete italiana di pedaggi”.

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