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Le pagelle / Napoli straordinario, un Callejòn da otto

RAFAEL 6,5 – Reina dà forfait e in porta gioca il brasiliano che contro l’Udinese non era piaciuto. Ma non è serata di allarmi. L’Arsenal fa un solo tiro in porta (Giroud tutto solo sulla sinistra) e lui si fa trovare pronto e respinge con i pugni. Mai impegnato per il resto della partita se si esclude l’uscita a metà campo su Giroud col Napoli tutto avanti dopo un corner. Tranquillo tra i pali e fuori. Non gli avrei dato fiducia, dopo averlo visto contro l’Udinese, mi ha sorpresa assai – 7 MAGGIO 6,5 – Gara generosissima sulla fascia dove raramente scende Gibbs ma gioca Cazorla. Buona tenuta difensiva. Le solite pecche sui cross. Troppo difficile da mandar dentro il pallonetto che spedisce alto davanti a Szczesny (37’). Ma collabora al pressing e ai contrasti di tutta la squadra. Se gli fosse entrata quella malattia mi sarei lanciata almeno tre file di sediolini più giù – 7 FERNANDEZ 6,5 – Esce speso su Cazorla e su Giroud, anche su Ozil quando s’avvicina ai sedici metri. Qualche lancio affrettato e fuori misura. Ammonito all’84’ dopo un diverbio con Ramsey. E chi se lo credeva – 7 ALBIOL 6,5 – Soffre all’inizio sul gioco alto contro il francese Giroud (1,92), poi non gli dà scampo. Qualche disimpegno sbagliato. Ma è stata una serata di nervi tesi. Alla difesa non mi sento di imputare nulla, ieri sera, neppure ad Albiol – 7 ARMERO 6 – Se la cava egregiamente. Difende con determinazione e attacca. Ma fallisce una clamorosa palla-gol servitagli da Insigne. Non era ancora passata l’ora di gioco e, se avesse segnato, forse il Napoli avrebbe potuto sperare nel 3-0 indispensabile per continuare in Champions. Da un suo cross nasce l’azione dell’1-0. Ne mette dentro un altro col pallone che sfila davanti alla porta inglese senza che Insigne e Mertens giungono alla deviazione in gol. Un brivido ogni volta che prendeva palla, un brivido guardare i movimenti buoni. Un brivido il cross che ha portato in gol Higuain. Un brivido lungo la schiena, interminabile, quando non ha trasformato la palla di Insigne. Se avesse segnato mi sarei lanciata dagli spalti, non solo qualche fila più giù – 6,5 BEHRAMI 7,5 – Cancella dal campo Ozil e pressa su tutti i portatori di palla. Va a pressare anche su Giroud quando il centravanti dell’Arsenal rientra profondo per aiutare il centrocampo inglese. Sostiene l’offensiva finale con buoni inserimenti davanti all’area avversaria. E cancellare dal campo Ozil non è affatto poco – 8 DZEMAILI 6,5 – All’inizio Rosicki sembra imprendibile. È il giocatore dell’Arsenal che gioca più palloni e fa girare la squadra londinese. Ma l’azzurro stringe i denti e cresce col passare dei minuti. Portandosi avanti non è sempre preciso nel passaggio. In un’occasione perde palla due volte, ma due volte la recupera. Non ha brillato, ma ha fatto comunque un buon lavoro – 6,5 CALLEJON 8 – Gioca a sinistra con grande sacrificio nell’inseguire gli avversari, recupera palla e avvia l’attacco. Cerca anche il tiro (30’ alto, 63’ fuori di poco il diagonale basso). Gioca senza sosta. Ridà la palla a Higuain nell’azione del primo gol. E segna il gol del raddoppio con uno splendido pallonetto volante. Madonna che gol, madonna che gol! – 8 PANDEV 6 – Non trova spazio, non riesce a saltare l’avversario, ma si impegna molto nel pressing. Debole il tiro parato all’8’, poteva sfruttare meglio il lancio di Mertens. Esce al 57’ per problemi muscolari. Quello che forse ha brillato meno – 6 INSIGNE 7,5 – Col suo ingresso al posto di Pandev l’attacco acquista più mordente e movimento. Gioca sulla fascia sinistra, difende e attacca Jenkinson che fa fatica a tenerlo (gli inglesi raddoppiano sull’azzurro). Lancia a rete Armero che manca la palla-gol. Tira senza forza, conclusione parata (66’). Assist volante per la rete di Callejon. Dio quant’è piccolo visto dalla tribuna centrale inferiore: minuscolo! – 7 MERTENS 7,5 – Gioca a destra e non molla mai la presa pressando sul suo lato contro ogni avversario. Grinta infinita. Un gran lancio da destra a sinistra per Pandev (8’), la sua specialità. Cambia fronte di gioco con estrema rapidità e semplicità. Murato al tiro (60’). Due conclusioni fuori bersaglio. Subisce fallo da Arteta che viene espulso (secondo “giallo”). Una immensa gara di lotta, lesto a ribaltare il gioco. Meraviglioso da guardare mentre ci mette tutta la grinta e la forza necessarie in una partita così. Avrei voluto essere la sua ombra in campo. Meraviglioso – 9 HIGUAIN 7,5 – Un gol d’autore che apre il sogno azzurro in Champions. Sul cross di Armero controlla di petto e tocca indietro a Callejon che gli restituisce la palla. L’argentino la controlla, aggira Mertesacker e insacca. È la sua dodicesima rete in Champions, la quarta col Napoli. Pressato non riesce a fruttare alcune occasioni in area. Per poco non sfrutta la palla regalatagli da Szczesny, ma è troppo vicino alla porta e, con l’angolo chiuso dal portiere, ribatte di testa a lato. Sul gioco aereo i centrali dell’Arsenal lo sovrastano, ma, palla a terra, li fa tremare. Dal campo non sembrava un gol così bello, rivederlo a casa è stato fantastico. Lo stadio per poco non è caduto. Un boato chiamarlo per nome. Il resto lacrime, le sue – 8 BENITEZ 7,5 – Presenta un Napoli perfetto per l’impresa che sfugge per poco. Ripresenta Rafael per l’indisponibilità di Reina. Impiega Fernandez e non Britos, Dzemaili e non Inler. La squadra gioca corta, compatta. Non è in discussione il modulo se gli interpreti rispettano le consegne. Può applaudire Mertens e Callejon che tornano attivi, lottano e danno man forte a centrocampo. Quando Pandev chiede il cambio inserisce Insigne mantenendo Mertens a destra e chiamando Callejon al centro. Ma la squadra super-offensiva sa anche essere intensa a metà campo proprio col sacrificio di Mertens, Callejon e Insigne nei recuperi e nel pressing. E anche Higuain lotta arretrando per recuperare palla. La difesa gioca alta accorciando la squadra. L’Arsenal non mette a segno nessuna delle sue celebri ripartenze e fa un solo tiro in porta. “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé”. Ho letto “Febbre a 90°”, di Nick Hornby come primo libro sulla passione calcistica e mi ha condizionato la vita. Da quel momento, l’Arsenal, per me, ha sempre rappresentato un mito, come i suoi tifosi, perciò vincere al San Paolo contro i Gunners è stata un’esperienza quasi mistica. Mertesacker, Flamini, Ozil, Giroud. Sentirli nominare e poi vederli in campo, enormi e altissimi, mi ha fatto spavento, vedere il Napoli entrare in partita dal primo minuto con gambe e cuore mi ha riempita di orgoglio. Una partita straordinaria. Perché dopo un anno e mezzo sono tornata allo stadio, perché poche file più su di me c’era Marek, che ho visto da vicino, perché ci abbiamo messo tutto quello che dovevamo: cuore. Tutti. Dal magazziniere che a bordo campo non ha smesso un attimo di incitare il pubblico a spingere avanti la squadra, al pubblico stesso, fantastico, che non ha smesso un attimo di cantare e che alla fine ha applaudito e applaudito e non voleva andare più via. Ai giocatori, i cui volti al fischio finale dell’arbitro non dimenticherò mai: il cedimento di Behrami, che ha fermato la sua corsa verso la porta buttando indietro il capo, nel rammarico; le lacrime di Higuain, la scarica di adrenalina che abbiamo provato tutti; e poi quelli che hanno consolato, o quelli che si sono lasciati andare a terra sul campo; quelli che erano lì, dal primo istante all’ultimo, che ci hanno creduto fino alla fine. Certo, abbiamo perso, certo siamo fuori dalla Champions. Certo, se fossero entrate un paio di palle, staremmo raccontando un altro risultato. Certo, quell’“a testa alta” non è mai piaciuto neanche a me. Ma la cosa più bella della partita di ieri è stata l’altalena di emozioni. Il fatto che eravamo lì perché ci credevamo, perché chi non c’era perché ha scelto di andare a guardare l’Inter di Mazzarri e non una partita “impossibile” forse non ci crede abbastanza, perché arrivare all’86° seguendo la straordinaria impresa (che impresa poi non è stata) del Marsiglia contro l’odiosissimo Dortmund è stato fantastico. Perché, dall’86° in poi, abbiamo vissuto un incubo: non c’era un telefono che prendesse, neppure uno, e noi tagliati fuori dal mondo, soli. Eravamo noi, uno stadio bellissimo e loro. Un momento unico. Io c’ero, ho applaudito il Napoli che ha battuto l’Arsenal fino a spellarmi le mani. Sono rimasta lì, dopo, per minuti infiniti. A celebrare la mia febbre a 90°. E ieri sera non la dimenticherò mai. Sin prisa, però sin pausa. In Rafa I trust – 10 MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

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