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Quando i bambini entravano gratis allo stadio: “’O guaglione sta cu’ me”

Agosto porta con sè immagini memorizzate in giorni distanti, fissate dall’invisibile registratore che gira di continuo in ognuno di noi. E in tempo di acquisti e cessioni nel mondo del calcio, col sovrapporsi di addii risentiti e fiduciose accoglienze arrivano, dallo spazio incontrollabile dei ricordi, fotogrammi che si credevano ormai dispersi. Così, in un caldo pomeriggio agostano, ho rivissuto sensazioni e stati d’animo di un’altra stagione. C’era il Napoli al centro del film, in uno degli anni da me affrontati con i pantaloni corti e le bretelle nascoste sotto la camicia. Un Napoli del 1950-51, reduce da due sonore sconfitte, col Milan al Vomero (5 a 3) e con l’Inter a Milano (4 a 3). Poi un pareggio casalingo (1 a 1) col Genoa e un altro stop in casa della Lucchese, uno a zero. In un pomeriggio ancor tiepido di Ottobre, al Vomero era di scena il Como. Due ore prima ero lì, nello spazio stradale tra cancello degli spogliatoi e ingresso al settore Distinti. In tasca, pochi spiccioli. Nessun biglietto alla portata delle mie giovanissime tasche, di ridotte risorse. Il pallone, dicevano a casa, può diventare ‘na malatia… Ero li’, rassegnato a seguire l’incontro attraverso le urla e i cori dei tifosi che entravano a frotte. Ma d’improvviso mi si aprì il cuore. Tanti ragazzini che come me sostavano in strada d’improvviso si affiancavano a un adulto che entrava nello stadio. ”’0 guaglione sta cu’ me”, diceva lo spettatore. E il ragazzo entrava… A quei tempi i guaglioni non pagavano. Uno sguardo supplicante, un sorriso e il gioco era fatto. Dopo molti minuti mi decisi. Arrivò un signore sorridente. Mi avvicinai. ”Posso entrare con voi?”. ”E vabbuo’…” fu la risposta. Stretto tra la folla, persi di vista il benefattore. Vedevo a malapena il campo, dove si consumò una domenica eccezionale. Il Como fu subito aggredito dagli azzurri, in maglia bianca per l’ospitalità. Fu una valanga, il Napoli. Sette a zero, una giostra di gol. Segnò Todeschini, poi Bacchetti, Amadei (due) Formentin, Astorri e Krieziu. L’uscita dallo stadio ebbe il ritmo e il vocìo di una felicità collettiva, di una festa inattesa e straordinaria. Questo lontano ricordo, tornato d’improvviso, ha proiettato in una prospettiva tranquilla l’addio di Cavani, la fuga di Mazzarri, le lacune della difesa in questo precampionato. C’è Higuain con altri nuovi arrivi, c’è attesa per altri arrivi forti. Domani è un altro giorno. Mimmo Liguoro

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