Il lavoro più evidente di Conte è nelle teste

Determinazione. Aggressività. Personalità. L’esempio più chiaro è Charlie Brown Lobotka che va a schermare il temutissimo Konè nella sua area.

Conte

Dc Napoli 05/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte

FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 13° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2025-26

Vittoria importantissima. All’Olimpico. A casa della capolista.

Il Feroce Salentino ricompatta lo spogliatoio come lui solo al mondo sa fare.

Rivoluziona il modulo.
Adattandolo agli avanzi disponibili.
Fortino invalicabile dietro.
Gran lavoro al centro.
E attenzione alle ripartenze improvvise che esaltano i due velocisti.

Ma il lavoro più evidente è nelle teste.
Determinazione.
Aggressività.
Personalità.
L’esempio più chiaro è Charlie Brown che va a schermare il temutissimo Konè nella sua area.

Non c’è un solo errore.
Tutti eseguono il proprio compito con personalità e carattere.
Perché siamo vicini alla partita perfetta.

Un miracolo quello del Feroce Salentino.
Un autentico miracolo.
Se raggiunge la vetta mandando in campo gli avanzi.

Che meraviglia l’immagine della Gasp scoreggiona fuori di sé lassù in prigione che zompetta come una Franca Valeri impazzita. Felice di odiarlo.

La Vecchia e Fra Cipolla si affidano a Yildiz e battono i sardi dopo la solita partita imbarazzante di una squadra mediocrissima.

Brutti ma vincenti i bauscia a Pisa.
El Toro zittisce tutti con una doppietta che tanto gli mancava e che gli restituisce il sorriso.

Ma la partita clou è a San Siro.

Sembrava una pratica chiusa.
Leao prende lezioni da centravanti ed è sempre più convincente.
Poco gioco. Un po’ di noia.

Poi l’episodio.
Il pallone che colpisce il gomito “fuori sagoma” di Pavlovic.

Ed è la solita farsa tragica.

In un clima di corrida, arbitro e Var si scontrano in un macabro gioco di buffonate, di incapacità e disonestà.

Addirittura si inventano un fallo di Marusic per non dare il rigore contro i Diavoli.

Non c’era né il fallo di mano. né il fallo di Marusic.

Anzi, per me è Pavlovic che ne commette due.

Abbraccia il laziale, e così facendo, allarga il gomito parando, probabilmente involontariamente, il tiro diretto in porta.

È l’ultimo episodio di una serie di episodi criminali.

La clamorosa sceneggiata di Gimenez

Il fallo di Tomori su Scott.

Il potere marcio ha detto Milan, a quanto pare.

Il calcio è morto.

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