Il boom turistico finirà per inghiottire Napoli: il centro storico è diventato Disneyland (Telegraph)
La spietata analisi del Telegraph. La maggior parte dei turisti non viene per ammirare l’arte di Napoli ma la sua presunta autenticità. Bevono uno Spritz, mangiano una pizza, e se ne vanno.

Napoli sta vivendo un boom turistico senza precedenti, ma la città paga un prezzo molto alto: gli affitti schizzano alle stelle, i negozi scompaiono e il centro storico si è trasformato in un grande parco a tema. Ne parla il Telegraph.
La lenta Disneyficazione di Napoli: l’analisi del Telegraph
Ecco cosa scrive il Telegraph:
“Un tempo sinonimo di criminalità, rapine e crisi dei rifiuti, Napoli sta vivendo un straordinario boom turistico. Napoli è l’ultima città a trovarsi di fronte alla “battaglia” contro il turismo, affrontando pressioni simili a quelle che hanno colpito destinazioni europee come Venezia, Barcellona o Dubrovnik, famosa anche per le riprese di Trono di spade.
Ma cresce anche la resistenza di molti residenti contro quella che definiscono una forma seria di overtourism. I proprietari sfrattano gli inquilini per trasformare gli appartamenti in redditizi alloggi Airbnb. Le navi da crociera portano inquinamento, attraccando nel Golfo di Napoli davanti al Vesuvio. I negozi tradizionali, come fruttivendoli e ferramenta, stanno lasciando il posto a ristoranti, tutti uguali fra loro, che propongono specialità napoletane come pizza e limoncello.
Le testimonianze
«Il centro storico è praticamente inaccessibile per noi napoletani, è così affollato», racconta Livia Coletta, 79 anni, residente in città da tutta la vita. «La maggior parte dei turisti non viene per ammirare l’arte e l’architettura di Napoli. Bevono uno Spritz, mangiano una pizza, scattano qualche foto e poi se ne vanno».
I turisti sono attratti dalla presunta autenticità della città: vita di strada vibrante, murales colorati e cultura gastronomica. Ma mentre i residenti vengono esclusi, quella stessa autenticità rischia di sparire.
Il punto di Anna Fava
«C’è un processo di “Disneyfication” in corso», spiega Anna Fava, esperta di overtourism a Napoli. «Il centro storico si sta trasformando in un parco a tema».
Prende ad esempio i Quartieri Spagnoli del XVI secolo, ormai meta obbligata per i murales dedicati a Diego Maradona, simbolo e quasi “santo” per i tifosi del Napoli. Cortili pieni di magliette, sciarpe e adesivi a tema, negozi con cappellini, accendini, tazze e persino birre ed energy drink a lui dedicate.
I murales di Maradona non fanno parte della tradizione napoletana», afferma Fava, membro dell’associazione Resta Abitante, che difende il diritto dei residenti a un alloggio accessibile. «Amiamo Maradona, certo, ma non avevamo questa tradizione di dipingere murales. È un luogo di pellegrinaggio inventato dai residenti per i turisti».
Nei quartieri centrali, come i Quartieri Spagnoli e il vicino Rione Sanità, i residenti vengono sfrattati perché i proprietari ricavano molto di più dagli affitti brevi. Con meno case disponibili per i locali, i prezzi degli affitti sono schizzati alle stelle. «Negli ultimi dieci anni, gli affitti nel centro storico sono aumentati del 40%», spiega Fava. «C’è un vero e proprio processo di espulsione in corso». Anche la Camorra ha colto l’opportunità: «Hanno comprato case a basso prezzo. Molto più facile che spacciare droga – ed è anche legale», aggiunge Fava. «Il Comune deve mettere un tetto agli Airbnb. Serve un limite, come a Amsterdam o Barcellona. Ora a Napoli è il Far West», dice Fava.
Un futuro sinistro per Napoli
Gli attivisti sottolineano però il rischio di un’economia basata solo sul turismo: «Quando la bolla esploderà e i turisti andranno altrove? Cosa succederà ai ristoratori e ai bar?», chiede il sociologo Francesco Calicchia. Con la prossima America’s Cup, la pressione turistica è destinata a crescere. «Vedremo un vero terremoto sociale: ancora più appartamenti diventeranno affitti brevi. Quello che accadrà nei prossimi anni sarà molto più di quanto vediamo oggi», conclude Rossi.











