Spalletti: «La Nazionale? Ora tutti si sono resi conto che la Norvegia era forte quanto noi»
In conferenza: «Io mi sono versato molto più olio bollente di quello che mi hanno voluto versare. Ritorno a Firenze? Ho sempre rispettato tutti, non ho debiti morali con nessuno»

Db Cremona 01/11/2025 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti
Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Firoentina-Juventus (domani 22 novembre alle 18:00). Ecco le sue parole.
Le parole di Spalletti
Pensa che i problemi della Nazionale non dipendessero dal Ct ma siano strutturali? E avrebbe senso mettere mano al calendario?
«Per me non è il problema quanto mi è stato detto. Io mi sono versato molto più olio bollente di quello che mi hanno voluto versare – continua. Penso sia inutile tornare a fare gli stessi discorsi. Ci siamo resi conto che siamo in corsa per il nostro obiettivo, si va a questo spareggio e sapevamo che la Norvegia era forte proprio come noi. L’Italia è una Nazionale forte, va sostenuta come il commissario tecnico. Qualsiasi altro discorso può disturbare. Noi dobbiamo volere bene alla Nazionale e io ne voglio anche a Gattuso, perché lo meritano per come li ho conosciuti. Da allenatore della Juventus dico che se ci fosse qualcosa di cui ha bisogno la Nazionale, noi saremmo contenti di mettere a disposizione quanto serve per poter arrivare a giocare i Mondiali. Sono convinto accadrà, ma se serve dare una mano facciamolo. La Norvegia ha giocatori top, ma anche come noi con Tonali, Donnarumma, Bastoni, Di Lorenzo, Calafiori, Dimarco, Politano, Mancini… Abbiamo tanta roba da mettere sul piatto.»
Come ha ritrovato Yildiz?
«Non spetta a me parlare del tema del rinnovo: guardo e ascolto, ma se ne occupa la società. Yildiz per me è lo spacca-moduli, lo spacca-schemi, è quello della fucilata nella notte… Lui sa comportarsi da giocatore di squadra e ha i comportamenti da leader, per me è il massimo.»
Quanto è importante la disponibilità della squadra? E in particolare di Vlahovic tornato dalla Nazionale?
«Fa la differenza, perché in gruppo bisogna saper stare insieme e avere tutti la stessa passione. Non bisogna solo passarsi un pallone, ma serve anche altro. Abbiamo un gruppo di bravi ragazzi, essere della Juventus non significa essere presuntuosi ma nemmeno subirne pressioni. La personalità la sviluppi in base a dove ti trovi a esercitarla. Un po’ di sana follia, di creatività, è necessaria.»
Quali sono le novità che le sono piaciute?
«Avevamo solo 7-8 calciatori, quindi potevo andare nello specifico con video e immagini individuali. In questo modo ho visto la reazione dei giocatori e, per me, è stato un passo in avanti. Il calcio è una biblioteca aperta a tutti: una volta dovevo seguire l’allenamento di un collega per capire, ora ci sono partite in diretta ovunque.»
Passerà alla difesa a quattro o continuerà a tre?
«Ne abbiamo accennato e dobbiamo valutare, ma ci vogliono le componenti e il tempo per farlo. Allenamenti ne abbiamo sviluppati pochi e in questa ipotesi c’è la necessità di avere qualche difensore a disposizione, perché servono centrali e le alternative sono importanti.»
Che effetto le fa tornare a Firenze? E che squadra si aspetta con Vanoli?
«Ci sono già stato, conosco bene Firenze. Accetterò qualsiasi situazione mi troverò davanti perché ci sono già stato, poi entrerò in campo da allenatore della Juventus dando il meglio. Ho sempre rispettato tutti, non ho debiti morali con nessuno e sono sereno. Mi aspetto una grande partita dai miei calciatori, sarà molto difficile per noi. Noi raccogliamo quello che produciamo all’interno delle partite: mi aspetto che facciano vedere che siamo gente da Juventus, professionisti da Juventus.»
Koopmeiners può fare il regista?
«Non è il ruolo che cambia il grande calciatore, che porta sempre il suo stile di gioco. Dobbiamo capire dove vogliamo sfruttare le sue qualità: se faccio un passo indietro, lui è stato molto bravo anche dove pensavo potesse avere difficoltà ovvero dove lo faceva giocare Gasperini. Lui deve vedere la linea dei difensori. Sono contento che abbia risposto in questo modo, deve tirare fuori la personalità e dà un contributo importante come esperienza. Abbiamo recuperato difensori come Kelly e Cabal, quindi ci può essere la possibilità di vederlo a centrocampo.»
Quali sono i segnali di crescita che vuole vedere?
«Abbiamo delle qualità e ci dobbiamo basare su quelle qualità, capendo i momenti quando usarle. Questa è la cosa un po’ difficile all’interno delle squadre e si lavora soprattutto su questo.»
La Juve fatica a segnare in relazione a quanto produce soprattutto con gli attaccanti…
«Si fa riferimento ai numeri che vanno utilizzati ma il vero lavoro è trovare una stabilità dove appoggiare la forza della squadra. Va creato qualcosa che i calciatori riconoscano e che sia una base. Ai ragazzi ho detto che sono in linea con quanto pensavo precedentemente di loro, quindi sono contento di aver trovato quanto speravo. Abbiamo tante cose e sono importanti.»
Come sono andati questi giorni alla Continassa? E come stanno i nazionali?
«Abbiamo lavorato, non avevo molti giocatori a disposizione ma abbiamo approfondito cose importanti. Giovedì ho visto qualcosa di nuovo in gruppo, è bella questa disponibilità. E alla Juve sono super organizzati, meglio di così non si può chiedere. Nonostante qualcuno avesse 10 ore di volo, ha voluto esserci in allenamento… Poi qualcuno ha fatto differenziato, ma sono tutti a disposizione.»











