Petrucci: «Binaghi parla come Trump. Vola in alto, forse troppo. Non vorrei finisse nella stratosfera»
Al Corriere della Sera: «Il progetto Nba Europa coinvolge città importanti come Roma e Milano, sento parlare di Real Madrid e Manchester United pronte a entrare in gioco»

Db Milano 29/11/2021 - qualificazioni Mondiali 2023 di basket / Italia-Olanda / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianni Petrucci
Gianni Petrucci, ex presidente del Coni e oggi presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Tanti i temi trattati dal noto dirigente romano, tra questi ci sono anche le vicende legate alla Nazionale e il successo del tennis azzurro.
Le parole di Gianni Petrucci
In tema di Nazionale, Petrucci si è innanzitutto soffermato sui play-off e sull’impossibilità di rinviare la 30esima giornata di Serie A in favore degli azzurri. Nella pallacanestro sta succedendo qualcosa di simile in vista delle qualificazioni alla World Cup del 2027. Solo che il problema non riguarda le date bensì la poca disponibilità dei club nel concedere i giocatori.
«Ai presidenti di società e agli allenatori che pensano di gestire loro la Nazionale dicendo al commissario tecnico, come se gli facessero un grande favore: “Oggi posso darti questo, questo e quel giocatore”», ha affermato Petrucci. «Capisco Gattuso e capisco il presidente Gravina. Capisco anche i presidenti del basket: investono e vogliono risultati, gestiamo due sport che hanno tutti i problemi del professionismo. Con loro non interromperò mai il dialogo ma certi atteggiamenti sono sbagliati», ha aggiunto.
«Gattuso ci porterà ai Mondiali? Sì, certo», la ‘sentenza’ di Petrucci. Poi il discorso si è spostato su altri argomenti.
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«È un problema di coraggio di presidenti e allenatori. Per i giovani in Nazionale ci sarà sempre spazio. Domani sono curioso di vedere Luigi Suigo».
Suigo che a 18 anni gioca in Serbia. Combattuti tra campionato ed Eurolega, adesso ci troviamo anche con il progetto Nba.
«Nba e Formula 1 sono le uniche realtà mediatiche planetarie dello sport. Il progetto Nba Europa coinvolge città importanti come Roma e Milano, sento parlare di Real Madrid e Manchester United pronte a entrare in gioco. So quanto l’Nba tenga all’italia: siamo l’unica nazione europea inclusa nel progetto Under 13 che sta avendo un successo pazzesco».
Si parla però di soglie finanziarie di ingresso astronomiche, di possibile stravolgimento di una struttura nazionale basata su realtà medio-piccole e di un Eurolega in difficoltà.
«Invito a volare più alto. Grosse realtà hanno grosse risorse, il campionato non verrà toccato, l’eurolega francamente non è di mia competenza».
Serviranno impianti all’altezza.
«A Roma il progetto per coprire il Centrale del Tennis è molto avanti e di un palazzetto a Tor Vergata si parla da tempo mentre l’arena olimpica di Santa Giulia a Milano è lì che ci aspetta. Non dobbiamo avere fretta ma nemmeno porci dei limiti».
Sei mesi di Luciano Buonfiglio alla presidenza del Coni, dopo il fondamentale contributo di Petrucci per vincere la sfida con Pancalli. Bilancio?
«Luciano sta lavorando da uomo di buonsenso. Ha capito che il Coni non è più quello di Petrucci, Carraro e Malagò, sa che adesso i soldi li mette Sport e Salute e ragiona in modo pragmatico».
Il futuro di Malagò?
«Lo sa solo lui».
A proposito di presidenti federali, Angelo Binaghi e il suo tennis sembrano giocare in un campionato diverso.
«Binaghi parla come Trump. Vola in alto, forse troppo. Non vorrei finisse nella stratosfera».










