Trump può davvero decidere di spostare le città del Mondiale? No, però Infantino teme che faccia pressioni (Guardian)
Le città ospitanti sono vincolate da un contratto, ma il tema della sicurezza nazionale può cambiare le carte in gioco e obbligare la Fifa a scendere a patti con il Presidente

US President Donald Trump gestures during the award ceremony for the FIFA Club World Cup 2025 Champions, following the final football match between England's Chelsea and France's Paris Saint-Germain at the MetLife Stadium in East Rutherford, New Jersey on July 13, 2025. (Photo by ANGELA WEISS / AFP)
Può davvero Donald Trump spostare le partite di Coppa del Mondo? Se lo è chiesto ilGuardian che ha analizzato i fatti dietro le minacce del presidente degli Stati Uniti d’America che, in rotta di collisione con le amministrazioni di Boston e Los Angeles, ma anche Seattle e San Francisco, ha chiamato in causa il presidente della Fifa, Gianni Infantino, per togliere le partite dei Mondiali alle città che governano “contro di lui”. Ha detto che se lui dovesse chiedere a Infantino di togliere il Mondiale a quelle città, Infantino lo farebbe sia pur riluttante.
Allo stesso modo, Trump ha minacciato Los Angeles di intervenire sulle Olimpiadi del 2028. Il tutto è accaduto durante un evento nell’Ufficio Ovale il 25 settembre, quando un giornalista gli ha chiesto se manifestazioni in città come Seattle o San Francisco (che sono state citate come luoghi di proteste) potessero portare alla cancellazione di incontri del torneo.
Trump attacca le città “non sicure”
Trump ha risposto: «Penso di sì, ma ci assicureremo che siano sicure… Se una città la reputiamo anche solo un poco pericolosa per la Coppa del Mondo … non permetteremo che si svolga lì. La sposteremo un po’.» Tre settimane dopo, il 14 ottobre, gli è stato chiesto di Boston (dove ci sono state manifestazioni “street takeover”) se queste vIcende potessero portare alla revoca del ruolo di ospite della Coppa: «Potremmo toglierle», ha detto Trump, riferendosi alle partite. «La loro sindaca non è buona … è radicale di sinistra … prendono possesso di parti di Boston…». Ha anche accennato alla possibilità di spostare i Giochi Olimpici del 2028 da Los Angeles se non fosse “adeguatamente preparata”.
Il presidente degli Stati Uniti ha potere su Coppa del Mondo o Olimpiadi?
Questa è la domanda che si è posto il Guardiane e il quotidiano britannico ha risposto così:
No, almeno non in modo unilaterale. Nel caso del Mondiale, gli accordi con le città ospitanti sono firmati fra la Fifa e i governi locali, come un contratto privato, e il presidente Usa non può cancellarli da solo. Tuttavia, Trump potrebbe esercitare pressioni sui vari attori per farli ritirare dall’accordo: per esempio sospendendo fondi federali o appellandosi al presidente della Fifa. La Fifa teoricamente potrebbe spostare le partite. Ad esempio, Seattle ha incluso nel contratto con la Fifa una clausola (4.5) che permette di revocare lo status di città ospitante se non vengono rispettate condizioni di sicurezza e responsabilità finanziarie. Ma nella pratica sarebbe estremamente complesso cambiare sedi poco prima dell’evento: logistico, legale e organizzativo.
Per Trump la sicurezza questione di priorità nazionale mista a politica interna
Prosegue il Guardian:
Finora, il ruolo del governo è stato soprattutto promozionale o minaccioso. Trump ha creato un gruppo di lavoro per la Coppa del Mondo con Andrew Giuliani. Il governo federale inoltre ha a che fare con l’approvazione dei visti per i visitatori stranieri, e con questioni di sicurezza che coinvolgono agenzie come l’Fbi, Ice e Homeland Security. Trump lega la “sicurezza” a queste manifestazioni perché in ambito politico ha fatto della sicurezza un tema centrale, mobilitando agenzie federali come la Guardia Nazionale e Ice per intervenire nelle città. Il concetto di “sicurezza” è politicamente forte e può essere usato come giustificazione per decisioni controverse. Se Washington tenterà di intervenire, si vedrà se la Fifa o il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) cederanno o cercheranno di negoziare.
Fifa, Infantino tace, i suoi vice attaccano Trump
Il Guardian conclude così:
Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, non ha fatto dichiarazioni pubbliche specifiche sulle minacce di Trump finora. Un vicepresidente della Fifa, Victor Montagliani, ha però ribadito che è la Fifa a decidere, non i leader politici, sottolineando che «il calcio è più grande di loro». Un portavoce della Fifa ha anche detto che i contratti con le città ospitanti sono vincolanti e che nessuna singola persona può annullarli unilateralmente. Ci sono precedenti di eventi spostati ma solo in casi estremi riguardanti salute, guerre o instabilità politica. Ad esempio, la Coppa del Mondo femminile del 2003 fu spostata dalla Cina agli Stati Uniti per l’epidemia di Sars. I Giochi Olimpici non hanno cambiato sede dall’edizione del 1908 (quando l’eruzione del Vesuvio spostò i Giochi da Roma a Londra).