Mkhitaryan e le riunioni segrete dello spogliatoio dell’Inter per capire perché perdevano in campionato

Il centrocampista dell'Inter parlando della stagione 2022-23: «Dovevamo capire dove era il problema perché dovevamo risolverlo»

Inter Mkhitaryan

Db Parma 05/04/2025 - campionato di calcio serie A / Parma-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Henrikh Mkhitaryan

Mkhitaryan show, il centrocampista dell’Inter è stato protagonista di numerosi racconti e rivelazioni negli ultimi giorni, in occasione dell’uscita della sua biografia “La mia vita sempre al centro”. È tornato a parlare anche questa sera presso la libreria Mondadori in Piazza Duomo a Milano raccontando che l’Inter, ad un certo punto della stagione 2022-23, faceva delle riunioni segrete in spogliatoio in vista della finale di Champions League di Istanbul contro il City. «Eravamo solo noi giocatori. Era un periodo dove in campionato facevamo male e in Champions facevamo benissimo, dopo aver vinto anche la Coppa Italia. Non so cosa sia successo, perché in Champions volavamo, quindi ad un certo punto facciamo queste riunioni per chiederci perché stiamo perdendo in campionato. ‘Siamo una squadra forte’.

Facciamo la riunione, faccia a faccia, per essere chiari e capire dove fosse il problema. Perché bisogna affrontarlo, non devi scappare. Quindi abbiamo cercato quale fosse e dove fosse, per fare meglio, e alla fine facciamo proprio bene. Queste cose ti riuniscono. Poi non posso dire i dettagli, dico solo l’episodio».

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Sullo scudetto della seconda stella:

«Se potessimo arrivare in un certo modo per giocare quella partita decisiva contro il Milan, perché lo sapevamo, c’erano ancora due mesi da giocare e noi eravamo avanti. Alla fine c’era la differenza di 15-16 punti, abbiamo pareggiato contro il Cagliari a casa ed è arrivato il momento che tutti sognavamo. La partita contro il Milan, a casa loro, la partita scudetto».

La reazione al triplice fischio della vittoria sul Milan per 2-1, i festeggiamenti per il 20esimo scudetto: «Siamo stati contenti, felicissimi. Vincere in casa loro, contro il Milan, è stata la seconda stella. Dopo c’è stata la parata nella partita successiva contro il Torino, fino al Duomo. Uscendo da San Siro dopo un’ora, eravamo ancora a 100 metri dallo stadio. Non andavamo avanti, non facevamo più di così (ride, ndr). Ma alla fine siamo arrivati».

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