Lecce-Napoli 0-1, pagelle – Anguissa segna, recupera, sbaglia un solo passaggio e Conte gli grida: «passaggio di merda»
Zambo è l'essenziale. Otto a Milinkovic, sette a Billy the Kid Gilmour. E otto anche Spalletti, la Juve continua a inseguire il Napoli: volevano Conte, ed è finta che si sono presi Luciano

Ci Lecce 28/10/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Frank Anguissa
Le pagelle di Lecce-Napoli 0-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MILINKOVIC-SAVIC. La porta torna vergine dopo tempo immemore e Zio Vanja fa una sola parata su quel rigorino quasi invisibile concesso agli autoctoni. Una respinta che conta tre punti – 8
DI LORENZO. Nel bene e nel male (l’infortunio di King Kevin) il rivoluzionario in panca normalizza il Napule, l’ossessione per i cross diminuisce (stasera gli azzurri ne fanno quattro in tutto) ma lì a destra l’inamovibile diarchia DiloPoli dimostra che il potere logora sempre, a prescindere. Il Capitano dei Due Scudetti difende e offende, perde una palla potenzialmente pericolosa mentre tenta di impostare e talvolta si affanna troppo nel rincorrere Banda. Ma una nota positiva c’è: la sua cabeza svetta nell’area avversaria due volte per fare da sponda ai compagni, quasi un nuovo schema. Diciamo che la sufficienza c’è – 6
JUAN JESUS. Dopo il braccio del Corazziere Sabaudo, sabato sera, è il turno di quello di Giovannino Gesù, che purtroppo non aveva un’accetta con sé per mutilarsi all’istante mentre saltava. Vabbè. Detto questo si conferma attento e ostico a destra e insieme con Buongiorno contiene il velleitarismo salentino – 6
BUONGIORNO. Rispetto a Giovannino Gesù, il Corazziere Sabaudo si avventura senza grossi rischi nella terra di mezzo. Per il resto sono anticipi e colpi di testa in difesa – 6
OLIVERA. Lì a sinistra ci sono il rapper Noa e il redivivo Macedone del Nord, ma Mati l’Uruguagio finalmente prende coraggio e si lancia varie volte, anche con deviazioni verso il centro. Dàgli e dàgli nel primo tempo, al 35’, l’opportunità migliore del Napule è proprio la sua e Falcone salva in extremis – 6,5
SPINAZZOLA dal 61’. La spinta di Zio Spina è sempre notevole ma all’83’ il temuto Tete Morente lo lascia piantato per terra e se ne va in area – 6
ANGUISSA. Anatomia di un gol: calcio di punizione e colpo di testa vincente. Il minimo sindacale. O l’essenziale. Nell’anno del Quarto, il Napule contizzato ha vinto dodici volte di misura su trentotto partite, in pratica un terzo del cammino: sette volte per uno a zero, cinque per due a uno. Questo per dire che Zambo si conferma un risolutore oggi come allora, nel solco dell'”abbiamo vinto noi, il resto è aria fritta” (Conte dixit nell’ottobre di un anno fa). Oltre a segnare, è artefice di recuperi notevoli e stasera sbaglia un solo passaggio, facendo incazzare ai massimi livelli il suo allenatore che si è messo a urlare: “Passaggio di merda” (testuale). Lui, per tutta risposta, gli ha suggerito di calmarsi. Il voto è alto perché il primo posto si costruisce soprattutto con gol come questi, mattoncini dal valore elevatissimo – 8
GILMOUR. Ci stiamo abituando a vedere Billy the Kid nel ruolo di governo al posto del Caro Lobo. E partita dopo partita la sua sicurezza sta crescendo, sorretto da un piede felicissimo che oltre a gestire passaggi e passaggetti al momento opportuno sa cambiare fascia, lanciare un compagno, fare assist (al 35’ per Olivera) e pure tirare (come al 12’). Si conferma infine come maratoneta azzurro, 12 chilometri e 565 metri – 7
ELMAS. Il Macedone del Nord è meno irruento di una volta e attende ai margini del gioco il momento giusto per farsi vedere. E non sbaglia quasi mai – 6
GUTIERREZ dall’85’. Non è mai banale Michelone l’ispanico, anche se continua a giocare per pochi minuti – 6
POLITANO. Detto della diarchia un po’ logorata (vedi alla voce Di Lorenzo), Na-Politano stasera si dà più ai dribbling che ai cross ma in maniera vana e talvolta presentuosa, senza dimenticare quel tiro in corsa sparato altissimo al 30’ – 5,5
McTOMINAY dal 61’. Scott il Ross si cimenta nell’inedito ruolo, per noi e per lui, di cincischiare con la pelota e allungare il brodo, dopo il vantaggio arrivato al 69’ – 6
LUCCA. Solo qualche volta riesce a tenere palla, a girarsi e aprire il gioco. Il suo periodo grigio prosegue, perdipiù con un alto tasso di fallosità – 5
HOJLUND dal 61’. Decisamente più mobile e fluido di Lucca. E negli ultimi quindici minuti (la partita arriva quasi al 100’) lui e Scott il Ross inchiodano il Lecce sulla sua linea di fondo – 6
LANG. I picchiatori leccesi, in particolare Pierotti, lo massacrano di botte e Collu si comporta come Ponzio Pilato. Nonostante tutto il rapper Noa colleziona spunti importanti da cui principiano il tiro di Na-Politano dianzi citato e l’assist di Gilmour per Olivera. E non si nega quando si tratta di arretrare e difendere. La cura contiana, dopo il cazziatone pubblico di Eindhoven, sta avendo i primi risultati – 6,5
NERES dal 48’. Dopo la buonissima prova da nove mobilissimo, finto o vero che fosse, stasera il profeta David ravviva sia la sinistra e sia la destra. E pitta su punizione una palla splendida per il goleador Zambo – 7
CONTE. Il Napule si normalizza e il rivoluzionario in panca non è da meno in conferenza stampa. O quasi. Sulla controversa e vastissima questione dei rigori e rigorini di ieri e di oggi, manda un messaggio esplicito alla Marotta League che si lamenta degli arbitri: “Non siamo scemi”. Per il resto bisogna riconoscergli che consolida il primo posto senza la maggioranza dei titolarissimi. E non è poco. Un inedito nella storia recentissima del Napule – 8
ARBITRO COLLU. I leccesi hanno licenza di picchiare e lui assiste da vero ignavo. Poi per dare il rigore agli autoctoni si trasforma in Sherlock Holmes, con il Var al posto della lente d’ingrandimento – 4
SPALLETTI. Anche stasera una menzione speciale per un altro allenatore, dopo Chivu sabato sera. Max Gallo ha ragione: Lucio in the Sky se lo merita. E pazienza per il Terzo tatuato in maniera indelebile sulla pelle spallettiana: per i tifosi napoletani deve essere motivo di orgoglio, simbolo dei nuovi rapporti di forza in questa fase del calcio, laddove la Juve insegue il Napule da anni e non viceversa. Sul campo e in panchina. Volevano Conte e poi è finita che si sono presi Spalletti – 8











