Gattuso ha semplificato. Spalletti spiegava il calcio relazionale e i calciatori pensavano alle Porsche (Corsera)

I calciatori, già pigri di loro, già strapagati e appagati, avevano smesso di ascoltare Luciano. Gattuso invece ha semplificato: difesa a quattro (ancora da imbullonare, chiaro): e se un terzino sale, l’altro stringe al centro.

Gattuso

Db Tallin (Estonia) 11/10/2025 - qualificazioni Mondiali 2026 / Estonia-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso

Gattuso ha semplificato. Spalletti spiegava il calcio relazionale e i calciatori pensavano alla Porsche (Corsera)

C’è tanto ottimismo attorno alla Nazionale. Non diciamo troppo perché vivaio si è invertito il trend emotivo. Anche se al momento di risultati clamorosi non ce ne sono stati (due vittorie contro l’Estonia e una contro Israele). Ma è cambiato il clima e lo si vede anche dalla lettura dei quotidiani. Il Corriere della Sera contrappone il semplificatole Gattuso al complicatore Spalletti. Lo fa in un pezzo firmato Fabrizio Roncone:

In uno slancio di efferato ottimismo forse un paio di piccole verità possiamo raccontarcele. La prima è forse quella più inattesa: però, davvero, Rino Gattuso si sta rivelando una sorpresa notevole. È, diciamo, l’allenatore di cui avevamo bisogno, dopo la stagione visionaria e tragica di Luciano Spalletti, dopo un campionato europeo in cui gli azzurri venivano presi a pallate dagli avversari, mentre il nostro ct di Certaldo stava lì a spiegarci il suo calcio relazionale, un calcio immaginifico — «Te tu sei in una zona del campo perché poi si ha la qualità di andare a giocare anche più indietro o più avanti» — e infatti i calciatori, già pigri di loro, già strapagati e appagati, avevano smesso di ascoltarlo (nello spogliatoio, chi s’allacciava gli scarpini, chi annuiva pensando a quando gli sarebbe arrivata l’ultima Porsche, chi proprio sbuffava).

Gattuso si è rivelato un semplificatore. Difesa a quattro (ancora da imbullonare, chiaro): e se un terzino sale, l’altro stringe al centro. Due centrocampisti (raramente tre): uno che fa girare la palla e uno che parte e si butta dentro. Poi due ali larghe, due «tornanti», come si diceva un tempo, e due centravanti: che sono la vera novità. Ma tutto previsto con disegni che sulla lavagna paiono elementari, accessibili, possibili.

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