È l’italiano Stella il segreto della McLaren, ma ora la rivalità Norris-Piastri può diventare un boomerang (Times)

Il team principal di Orvieto ha creduto in una coppia di piloti senza gerarchie e ha costruito una macchina perfetta. Ora, però, la gestione dei piloti è diventata delicata

MONTREAL, QUEBEC - JUNE 07: McLaren Team Principal Andrea Stella attends the Team Principals Press Conference during practice ahead of the F1 Grand Prix of Canada at Circuit Gilles Villeneuve on June 07, 2024 in Montreal, Quebec. Bryn Lennon/Getty Images/AFP (Photo by Bryn Lennon / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Vincere il titolo costruttori con sei gare d’anticipo, a Singapore, era semplicemente inevitabile. Non per sminuire l’impresa, ma perché la McLaren 2025 ha dominato la stagione con una superiorità che non si vedeva da anni. A fine 2024 la squadra di Woking aveva rotto un digiuno di 26 anni, battendo la Ferrari all’ultimo round di Abu Dhabi. Ora, dodici mesi dopo, ha trasformato quella rinascita in un dominio totale. E pensare che all’inizio del 2023 la scuderia arrancava nelle retrovie. L’analisi è del Times.

L’umbro Stella l’artefice del trionfo McLaren

Gran parte del merito va ad Andrea Stella, ingegnere di Orvieto, il team principal schivo e razionale che molti nel box considerano l’architetto della rivoluzione. Ha messo gli uomini giusti nei posti giusti, ha creduto in una coppia di piloti senza gerarchie e ha costruito attorno a loro una macchina perfetta: la MCL39, un concentrato di innovazione. «Se devo riassumerla con una parola, direi innovazione», ha spiegato Stella. «Abbiamo cambiato praticamente tutto: sospensioni, raffreddamento, filosofia aerodinamica, persino il modo in cui la vettura interagisce con gli pneumatici. Serviva coraggio per stravolgere così tanto il progetto.» Il coraggio, evidentemente, ha pagato. Dalla prima uscita nei test invernali in Bahrain era chiaro che la scuderia avesse fatto un balzo in avanti mentre gli altri, Ferrari inclusa, restavano fermi o addirittura arretravano. In Florida, a inizio maggio, le due monoposto color papaya hanno distrutto la concorrenza con facilità imbarazzante. Le altre scuderie, colte di sorpresa, iniziarono a mormorare: qualcuno ipotizzò che McLaren avesse trovato un modo «creativo» di raffreddare le gomme. Ma i controlli non rivelarono nulla di irregolare.

Norris-Piastri la sfida all’OK Corral

L’unico problema, semmai, è interno. Il Team ha scelto di non avere un pilota numero uno, e oggi paga il prezzo del suo equilibrio perfetto: Lando Norris e Oscar Piastri sono separati da soli 22 punti in vetta alla classifica. A Singapore, il contatto tra i due alla curva 3 del Marina Bay Circuit è stato il sintomo più visibile di una tensione che cova da settimane. Piastri ha urlato via radio la sua rabbia, convinto che Norris avesse violato le «Papaya Rules», le regole d’ingaggio interne che impongono battaglie pulite ma libere. Norris si è difeso sostenendo che il contatto fosse stato involontario, causato da un precedente tocco con la Red Bull di Verstappen. Entrambe le versioni possono essere vere, ma l’immagine — Piastri solo nel paddock mentre il compagno festeggia sul podio — ha raccontato un’altra storia. McLaren può comunque godersi il suo secondo titolo costruttori consecutivo, il primo back-to-back dal 1991. Ma ora Stella dovrà gestire la parte più difficile: mantenere l’armonia mentre i suoi due piloti si giocano il Mondiale Piloti. Perché la forza della scuderia 2025 — due talenti liberi e competitivi — rischia di diventare, paradossalmente, anche la sua più grande minaccia.

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