McEnroe: «Sinner lo davo favorito per vincere gli Us Open, ma Alcaraz si sta dimostrando imbattibile»
A Repubblica: «Non ho mai visto tanto talento in un ragazzo di 22 anni. Guai, però, a dare per morto Djokovic. Musetti se continua così, potrà approfittare di qualche incertezza dei big».

1981 archivio Image / Sport / Tennis / John McEnroe / foto Imago/Image
L’ex tennista John McEnroe ha commentato, in un’intervista a Repubblica, le semifinali degli Us Open che vedranno come protagonisti Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e Jannik Sinner.
McEnroe: «Sinner lo davo favorito per vincere gli Us Open, ma Alcaraz si sta dimostrando imbattibile»
A 38 anni suonati, il serbo ha strapazzato il povero Fritz. Nole giura che “da vecchio” si allena poco o niente, però…
«Guai a dire che Djokovic è vecchio. O finito. L’altra sera mi è bastato guardare il suo sorriso, quando è entrato in campo: se ha quell’espressione, puoi scommettere che non lo batte nessuno. Infatti. Ero senza parole. Ritiro? Perché mai dovrebbe? È il LeBron James del tennis. Un prodigio della natura: secondo me, gli scienziati dovrebbero studiarlo. Rispetto ai suoi avversari, così giovani, ha due grandi vantaggi e sa come sfruttarli: la grande esperienza, la capacità e l’abitudine di saper gestire i momenti difficili».
Domani, sul cemento di Flushing Meadows, ci saranno in campo 29 titoli Slam tra Alcaraz e Djoko. Chi vincerà il match, secondo lei?
«Mai dare per morto Djokovic, che avrà riposato due giorni. Però Alcaraz è in un momento di forma incredibile: ha colpi, carattere, personalità, una velocità fuori del comune. Tutto. Sportivamente, sono innamorato di lui. Non ho mai visto tanto talento in un ragazzo di 22 anni. Più di Roger Federer, più di Rafa Nadal. E più di Novak Djokovic».
Le piace Sinner?
«Ha vinto due degli Slam di quest’anno, a Wimbledon si è dimostrato più forte mentalmente del suo avversario, aggressivo: è stata la chiave, Carlitos è rimasto passivo e sotto lo standard che gli serve. Non so se accadrà ancora. All’inizio del torneo vedevo favorito Sinner, ma lo spagnolo nella giornata giusta è semplicemente imbattibile. Anche Jannik ha grande personalità, e quella non te la costruisci: ci nasci. Tra lui e Alcaraz non c’è un grande divario: uno più brillante, l’altro più costante».
E Musetti?
«Mi piace. Ha talento, è molto cresciuto psicologicamente. Ho sofferto per lui al Roland Garros, quando ha dovuto abbandonare per l’infortunio la semifinale. Lorenzo è un gradino sotto rispetto agli altri tre, ma se continua così potrà approfittare di qualche loro eventuale incertezza. Il tennis italiano è in buone mani, ancora per diverse stagioni».