Jacobs: «Tortu non si è scusato, mi ha chiamato per sapere se ci fosse astio nei suoi confronti: non c’è»
Ha testimoniato per la "spy story" legata al fratello di Filippo, Giacomo, indagato per concorso in intercettazioni abusive di informazioni su un sospetto doping.

Parigi (Francia) 09/08/2024 - Olimpiadi Parigi 2024 / atletica / foto Image Sport nella foto: Marcell Jacobs-Filippo Tortu
Marcell Jacobs ha testimoniato di fronte ai pm per la “spy story” legata al fratello di Filippo Tortu, Giacomo, indagato per concorso in intercettazioni abusive di informazioni su un sospetto doping di Jacobs, tra il 2020 e il 2021. Dall’inchiesta, inoltre, è emerso che suo fratello Filippo era all’oscuro di tutto.
Jacobs ai pm: «Filippo Tortu non si è scusato»
Il Giornale ha riportato la testimonianza di Jacobs, risalente all’11 giugno e che ora è stata resa pubblica:
«Tortu non si è scusato, ma nessun astio con lui. Filippo mi ha chiamato per sapere come stessi e come andassero gli allenamenti. Voleva capire se ci fosse astio nei suoi confronti, soprattutto per il fatto che noi facciamo comunque la staffetta insieme e il gruppo è sempre stato super unito. Ma non ha posto scuse. L’ho tranquillizzato facendogli capire che non avessi nulla nei suoi confronti».
I due velocisti sono stati convocati per i Mondiali di Tokyo, che si terranno dal 13 al 21 settembre.
Il velocista oro alle Olimpiadi di Tokyo: «Il corpo ogni tanto mi tradisce»
Un anno mondiale: da Tokyo a Tokyo. Marcell Jacobs, solo un ricordo o sarà un remake?
«Tokyo non sarà mai solo un ricordo. È stata la svolta della mia vita, la realizzazione del sogno che portavo dentro da bambino. Ma non vivo di nostalgia: la mia testa è rivolta ai prossimi traguardi. L’obiettivo resta quello che mi ha fatto vincere i due ori olimpici: migliorarmi, correre più forte. Superare me stesso. Il cerchio non è chiuso, ho ancora fame».
Vive alla giornata o con un crono in testa?
«Entrambe le cose. Vivo il presente perché l’atletica ti insegna che devi mantenere uno stato perfetto e puoi cadere in un attimo. Ma dentro ho un numero che mi accompagna sempre. So che posso correre più veloce di quanto abbia mai fatto. Il crono non è un’ossessione, è una motivazione».
La costruzione del puzzle Jacobs è ancora in corso? Ha mai pensato di rinunciare?
«Il puzzle non è mai finito. Ogni giorno aggiungo un pezzo. Ho avuto momenti bui, come tutti, ma non ho mai pensato di rinunciare. Se gettassi la spugna, tradirei me stesso».