Svendita San Siro, a Milano i professoroni in aiuto di Milan e Inter (per loro vale appena 73 milioni, sì come no)
Bocconi e Politecnico avallano la cifra dell'Agenzia delle Entrate. Ma i numeri dicono altro. Vale molto, molto di più: basta leggere i canoni di locazione e i ricavi per i due club

Db Milano 12/11/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Frosinone / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: stadio San Siro
Svendita San Siro, a Milano i professoroni della Bocconi in aiuto di Milan e Inter (per loro vale appena 73 milioni)
Quanto vale lo stadio Meazza, considerato uno dei templi del calcio italiano? Nientepopodimeno che… 73 milioni di euro. Lo ha stabilito qualche mese fa l’Agenzia delle Entrate e lo hanno confermato recentemente due prestigiosi atenei milanesi: il Politecnico e la Bocconi.
A essere puntigliosi, le due università hanno analizzato tutta la cosiddetta Grande Funzione Urbana San Siro, cioè un’area di circa 28 ettari che comprende sia lo stadio che le zone adiacenti e hanno concluso che il valore fissato dall’Agenzia delle Entrate – 197 milioni in tutto, 73 dei quali per lo stadio – “non sia stato sottostimato”.
Certo, a leggere gli ultimi bilanci approvati di Inter e Milan, ossia quelli dell’anno che va dal primo luglio 2023 al 30 giugno 2024, si scopre che ciascuna ha pagato un canone di 5,509 milioni, maggiore rispetto ai 5,170 dell’anno prima: insomma, affittare il Meazza ha reso al Comune di Milano 11,018 milioni. Ora, molto banalmente – si sa, l’aritmetica è ben povera cosa rispetto alla meraviglia dei grafici comparativi tra stadi per età, ubicazione, capienza, spazi commerciali e ricreativi, allo splendore dei coefficienti di invecchiamento delle strutture, degli indici di corrosione delle travi o del monitoraggio dei calcestruzzi – dividendo 73 milioni per 11 (i 18mila euro li lasciamo come mancia) si ottiene 6,63 periodico: questo strano numerino ci dice che, affittando lo stadio al canone recente per soli sei anni e 232 giorni (e tralasciamo 6 ore, 32 minuti e 43 secondi del calcolo esatto), il Comune incasserebbe proprio 73 milioni. Insomma, come chiedere al proprietario di un appartamento che riceva 11mila euro di fitto annuo (circa 917 euro al mese) di venderlo a 73mila euro: sentiamo già immediata la risposta, e par di rivivere la celeberrima scena del film “Totò e i due marescialli”.
Ma dotti, medici e sapienti hanno detto 73 e non può che essere 73. Anche perché, essi ammoniscono, l’accordo con il Comune scade nel 2030 e dunque Inter e Milan potrebbero abbandonare il Meazza per giocare altrove: e dove, se la domanda è lecita? Forse all’Idroscalo?
E poi, immaginiamo già un’altra obiezione: che c’entra uno stadio con un appartamento? A pensarci bene, la considerazione da fare è questa: vero, c’entra poco, in quanto la bilancia pende decisamente a favore dello stadio. Perché? Perché i ricavi che un affittuario può ottenere da un appartamento non si possono nemmeno lontanamente paragonare a quelli generabili da uno stadio.
E guardiamoli allora i ricavi, sempre quelli della stagione ’23-’24: dalla vendita di biglietti e abbonamenti l’Inter ha incassato 70,83 milioni e il Milan 69,35. C’è di più: il Milan è più preciso e ha iscritto separatamente a bilancio la cifra dei ricavi relativi ai salottini, i cosiddetti sky box e sky lounge, si sa che in questi casi l’inglese conferisce un tono di maggior prestigio. Ebbene, sono 12,976 milioni contro i 7,998 dell’anno prima, mentre l’Inter si limita a inserire una voce da 8,112 milioni nei proventi pubblicitari, spiegando che si tratta “principalmente di attività promo-pubblicitarie incluse negli abbonamenti con hospitality”: al di là della descrizione fumosa, si tratta di ricavi relativi “principalmente” ai salottini. Insomma, nell’ultimo anno, siamo poco oltre i 160 milioni di ricavi complessivi solo per assistere alle partite: non male per uno stadio dal valore di 73 milioni.
Finita qui? Niente affatto: nel 2012, Inter e Milan hanno costituito una società, la M-I Stadio, della quale detengono il 50% ciascuno, che ha lo scopo di gestire il Meazza ogni giorno della settimana: visite dello stadio e del museo, concerti, eventi organizzati di vario tipo. Ebbene, nel bilancio al 30 giugno 2024 si legge che la società ha registrato ricavi pari a 36,23 milioni, 10,93 dei quali da Inter e Milan come corrispettivo dovuto per la gestione: sono dunque 25,3 milioni incassati per l’utilizzo dello stadio da parte di terzi. Ricavi peraltro in crescita: tralasciando il 2021-2022, a causa dell’onda lunga della pandemia, nel 2022-2023 si legge un fatturato di 27,13 milioni, 11,12 dei quali da Inter e Milan e 16,01 da terzi. Ora, da 16,01 a 25,3 l’incremento annuo è del 24,3%.
Infine, l’ultima banalità aritmetica: uno stadio in cui giochino due squadre produce più ricavi di uno in cui giochi una sola squadra, perché vi si disputano almeno il doppio delle partite. Ma anche questa deve essere parsa una considerazione troppo dozzinale per i raffinati giudizi di dotti, medici e sapienti