Le parole di Chiesa e una domanda: alla Juventus c’è spazio per una class action contro Giuntoli e Thiago Motta?
La loro assenza può portare almeno dieci punti alla Juve. Hanno fatto fuori Szczesny, Rabiot, Kean, Huijsen, senza dimenticare le panchine di Yildiz, Thuram, Cambiaso

Juventus Sport Director Cristiano Giuntoli (L) and Juventus Italian coach Thiago Motta attend a training session on the eve of the UEFA Champions League football match Juventus vs VfB Stuttgart at the Juventus training center Continassa in Turin, on October 21, 2024. (Photo by MARCO BERTORELLO / AFP)
Le parole di Chiesa e una domanda: alla Juventus c’è spazio per una class action contro Giuntoli e Thiago Motta?
“Sì ma in fin dei conti Chiesa ha segnato su respinta da due metri. In un anno al Liverpool praticamente non ha mai giocato”. E in effetti è vero. Ma un gol decisivo è sempre un gol decisivo. Resta un gol pesante, per il Liverpool e per il calciatore che sembrava aver imboccato un tunnel senza uscita. Più del gol vittoria all’esordio in Premier, però, sono state pesanti le parole dell’attaccante a fine partita. Soprattutto per il mondo Juventus. A Sky Sport Chiesa ha dichiarato: «questo gol ripaga il lavoro fatto, l’anno scorso posso dire di essere arrivato in condizioni complicate, alla Juve non mi ero allenato e qui mi sono trovato in difficoltà, con un ritmo di un altro livello. Non so perché fosse stata presa questa decisione, ma il non allenarsi per un mese mi ha penalizzato nel mio percorso ad Anfield».
Parole che riportano a uno dei peggiori incubi della storia della Juventus: la gestione tecnica affidata a Giuntoli e a Thiago Motta. Rispetto ai danni combinati, se ne parla pochissimo (se ne parla, anche il Corsera, ma per gli strascichi lasciati siamo nei dintorni dell’invasione di cavallette). Una gestione tecnica può essere fallimentare, ci mancherebbe, ma quando la gestione fallimentare ipoteca anche gli anni successivi del club, allora siamo nei dintorni del disastro. Quanto ci vorrà alla Juventus per smaltire le conseguenze della scorsa stagione?
In poche settimane, in nome del calcio dell’avvenire che avrebbe portato gioia e felicità nell’universo bianconero, i poveri tifosi della Juventus videro volare via, uno dopo l’altro, fiori di giocatori. Partiamo da Szczesny che oggi è appena appena il titolare indiscusso del Barcellona: robetta. Rabiot, anch’egli sacrificato, chissà quanto per il bilancio e quanto perché era ed è un calciatore pensante. Il centrocampista francese ha contribuito in maniera determinante alla stagione del Marsiglia che si è conclusa con la qualificazione in Champions. Moise Kean fu venduto alla Fiorentina per 18 milioni (parvero persino tanti) e oggi ne vale almeno il triplo. Huijsen “regalato” al Bournemouth per 18 milioni e che dodici mesi dopo il Real Madrid ha acquistato per 60 milioni. Qualcuno aggiungerebbe pure Soulé che però la Juve ha venduto alla Roma per 30 milioni (non poco). Poi, c’è il saluto a Pogba (finito al Monaco) e infine Chiesa. Che non rientrava nei piani di Thiago Motta e Giuntoli, e fu messo fuori rosa. Ora vedremo che cosa combinerà l’ex stella della Nazionale. Se riuscirà a dimostrare che la sua pessima stagione è stata tutta colpa di quel mese di lavoro perduto. Andrebbe aggiunto anche Danilo che con Thiago Motta non ha mai legato (strano).
Il tutto, vale la pena ricordarlo, per acquistare – tra gli altri – Koopmeiners a 60 milioni, Douglas Luiz a 50, Nico Gonzalez a 40.
La Juventus di Thiago Motta che relegava in panchina Yildiz e Thuram
Ma non è solo una questione di mercato. È stata dimenticata la gestione tecnica della Juventus dello scorso anno. L’esaltazione per Mbangula che segnò il primo dei bianconeri in campionato (contro il Como) sotto lo sguardo gongolante di Thiago Motta. Mbangula è tra i pochissimi, se non l’unico, che abbia parlato bene del tecnico. Ma non ha più rapporti con lui perché non ha mai avuto il suo numero di telefono (così ha detto alla Gazzetta). Lo stesso Yildiz, oggi punto fermo del progetto bianconero, era da Thiago Motta spesso e volentieri relegato in panchina in nome di oscure visioni che ovviamente erano chiare solo ai geni del football. Tanto per dirne una, nella partita decisiva, il ritorno dello spareggio Champions, in casa del Psv, Yildiz era in panchina. Era in panca anche nel 4-4 in casa dell’Inter. Entrò sul 4-2 e fu lui a segnare i due gol della rimonta. Come premio, tre giorni dopo, in Juventus-Parma 2-2, andò nuovamente in panchina. Ma allora nessuno fiatava (tranne il solitario Giuseppe Alberto Falci che dovette rifugiarsi sul Napolista per poter esprimere liberamente il suo pensiero). Il sol dell’avvenire non si discute. Solo gli incompetenti di calcio non riuscivano a scorgere le meraviglie del duo tecnico che avrebbe ri-portato la Juventus nell’Olimpo del calcio. Vale la pena ricordare che nella partita col Psv, che sancì l’esclusione dalla Champions e il fallimento dell’illusione, anche Thuram era in panchina. Thuram e Yildiz oggi considerati inamovibili da Tudor. E Cambiaso? Che cosa era diventato in pochi mesi? Un calciatore irriconoscibile.
Alla luce di tutto ciò, c’è qualche juventino che – dopo essersi riappropriato delle facoltà intellettive temporaneamente smarrite – si chiede se non convenga tenersi addirittura Douglas Luiz. E se fosse un buon giocatore? La domanda non è poi così campata in aria. Anche Koopmeiners andrà rivisto. Qualcuno, sempre tra gli juventini, si chiede se ci sia spazio per una class action contro il duo che ha affossato la Vecchia Signora come nemmeno il peggior nemico avrebbe fatto. Chissà se qualcuno abbia realmente consultato un avvocato. Sarebbe una novità assoluta nel mondo del calcio.
In ogni caso, sarà meglio non sottovalutare la Juve di quest’anno. Tornerà a essere una squadra. L’assenza di Giuntoli e Thiago Motta potrebbe valere almeno dieci punti. Lo scorso anno, hanno chiuso quarti (grazie a Tudor) a 70 punti. Potrebbero chiudere almeno a 80.