Balaton Park è pericoloso. Bastianini lo aveva detto ed ha rischiato di rimetterci il collo due volte
Il pilota riminese lo aveva detto alla vigilia: il circuito ungherese è pericoloso (El Pais)

Austin 30/03/2025 - gara Motogp / foto Psnewz/Image Sport nella foto: Marc Marquez
Come se si fosse trattato di una premonizione. Enea Bastianini era stato uno dei piloti che, alla vigilia del debutto del GP d’Ungheria, aveva maggiormente sottolineato i pericoli del lento, stretto e tortuoso circuito di Balaton Park. Ed è rimasto vittima di due cadute che solo per miracolo non hanno avuto gravi conseguenze.
Bastianini salvo per miracolo
“Il circuito mi piace quando giro da solo, ma al primo giro può essere pericoloso per una MotoGP, perché ci sono troppi elementi da considerare”, aveva dichiarato Bastianini. L’italiano della KTM veniva da un incidente alla prima curva della sprint, centrato da dietro dalla Yamaha di Fabio Quartararo. Poi una brutta caduta in una delle chicane dopo il contatto con la Honda di Johann Zarco. Domenica è stato ancora protagonista nella seconda chicane del tracciato in un episodio che ha sfiorato la tragedia. Dopo una buona partenza la “Bestia” ha perso l’anteriore alla curva 12 e si è inevitabilmente scivolato sull’asfalto con tutto il gruppo lanciato alle sue spalle. Sia Pedro Acosta che Luca Marini, i più immediati inseguitori, sono riusciti a evitare il contatto.
Un tracciato pericoloso
L’episodio ha riacceso l’allarme su un tracciato che già dal primo momento aveva richiesto un intervento del campionato per migliorarne la sicurezza. Le tre chicane innaturali aggiunte alla pista per ridurre le velocità di punta ed evitare incidenti troppo violenti nelle curve vicine ai muri hanno invece aumentato il rischio di tamponamenti pericolosi in caso di caduta di gruppo. Una situazione frequente nelle fasi iniziali delle gare iridate.
Lo scivolone di Bastianini, e soprattutto il suo sguardo terrorizzato rivolto all’indietro per capire da dove stessero arrivando le moto da 160 chili e 300 cavalli lanciate in piena accelerazione, ha mostrato ancora una volta i pericoli che alcuni circuiti del calendario comportano. Sorprende, nel caso dell’Ungheria, che si tratti di un tracciato di nuova costruzione. Considerato da gran parte dei piloti un “kartodromo” inadatto agli attuali standard di sicurezza, rivisti ogni anno proprio per evitare situazioni di rischio come quella di domenica.
L’allarme dei piloti
Il campione del mondo 2020, Joan Mir, è stato tra i più chiari nel criticare la sicurezza di Balaton Park. “È uno dei circuiti più pericolosi della MotoGP”, ha dichiarato il maiorchino della Honda. “Uno dei punti negativi da evidenziare è quella curva 12 e 13, dove è caduto Bastianini e ha attraversato la pista troppo facilmente: è l’unico punto davvero pericoloso da segnalare”, ha aggiunto a sua volta Pedro Acosta. Un altro episodio che ha messo in evidenza i problemi di Balaton Park è stato il volo dello stesso Acosta sabato, con la sua moto che è finita contro una delle torri occupate dagli operatori di ripresa in una delle curve veloci del tracciato. Il murciano, uscito illeso dalla caduta e domenica protagonista di un importantissimo secondo posto in gara, si è subito spaventato dalla ghiaia e ha voluto accertarsi delle condizioni del cameraman, che fortunatamente non ha riportato conseguenze nonostante la violenza dell’impatto, che ha però distrutto l’attrezzatura.