Sonego tennista e cantante tra Wimbledon e “Mia madama”: «L’idea era di creare quasi un coro da stadio»

Alla Gazzetta. È al terzo turno: «Giocare una partita sull’erba con Federer è come dipingere un quadro con Van Gogh. Me la sono goduta. Con gli italiani rivali solo in campo»

Sonego Sinner

Cm Bologna 13/09/2023 - Coppa Davis / Italia-Canada / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Lorenzo Sonego

Il tennista Lorenzo Sonego ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon. Alla Gazzetta dello Sport ha raccontato come sta vivendo il torneo londinese e la sua passione per la musica.

Sonego: «Giocare contro Federer è stato come dipingere un quadro con Van Gogh»

Lorenzo, sui prati si è sempre trovato a proprio agio, sull’erba ha vinto il primo titolo: qual è il segreto?

«Questa superficie mi è sempre piaciuta. Mi trovo bene, mi diverte. Ho sempre fatto buoni risultati, anche se ce ne sono pochi di tornei sull’erba, quindi bisogna adattarsi in fretta. Ma è una cosa che, per fortuna, mi riesce abbastanza bene».

Wimbledon è speciale per tutti, qui ha già raggiunto gli ottavi, è sulla strada buona anche quest’anno…

«Wimbledon è Wimbledon… Un contesto unico, emozionante. So che sono fortunato ad avere questa possibilità di giocare il torneo ogni stagione e quindi cerco di fare sempre il massimo per rimanere il più a lungo possibile. Questo è il torneo più bello, qualcosa di sacro».

Il suo ricordo più bello?

«Sicuramente l’ottavo di finale contro Federer quattro anni fa. Trovarselo lì davanti, sul campo da tennis più leggendario, è stato incredibile. Anche la partita contro Nadal, l’anno dopo sul Centrale, è stata pazzesca. Giocare una partita sull’erba con Federer è come dipingere un quadro con Van Gogh. Me la sono goduta».

Il suo torneo quest’anno è iniziato bene: dopo un po’ di alti e bassi in stagione, prima di arrivare qui ha trovato una bella energia…

«Sì, me lo sto godendo. Sono arrivato con l’idea di divertirmi in campo, stare bene, lottare su ogni punto. È il torneo più bello del mondo. Da bambini, lo guardavamo in televisione ispirati dai grandi giocatori. Quando poi ci sei dentro, ti rendi conto che tutto ha un’altra luce, un’altra magia».

Ormai a ogni torneo, soprattutto negli Slam, gli italiani in tabellone sono una truppa molto nutrita. Riuscite a fare gruppo?

«Diciamo che ci si vede spesso, anche se ognuno ha la sua casa, non siamo tutti nello stesso hotel. Però sì, il gruppo c’è e cerchiamo di stare insieme, di fare due risate. Cerchiamo anche di allenarci insieme, io lo faccio spesso con Musetti, con Cobolli».

Li ha già fatti ballare col suo nuovo tormentone estivo “Mia madama”?

«Sì, diciamo di sì. È un progetto nato per divertimento, come spesso succede con le mie canzoni. L’ho fatto insieme a un grande amico, ci siamo davvero divertiti. Il pezzo richiama un po’ la mia città e l’idea era di creare un ritornello che fosse quasi un coro da stadio, qualcosa che potesse far cantare più persone possibile e trasmettere energia».

Prima Sinner, ora Berrettini, due dei suoi più cari amici sul circuito hanno passato momenti difficili. Vi confrontate quando si vivono questi periodi?

«Si cerca di parlare e supportarsi, sempre rispettando gli spazi di ognuno, ovviamente. Quando uno ha un momento difficile a volte basta un messaggio, un “Come stai?”. Non è facile, ma è importante esserci. Io sono felice se un italiano vince, se fa bene. Non vedo i miei compagni come “rivali”. Tranne quando ci troviamo l’uno contro l’altro in campo. Quando c’è in mezzo una rete, è tutta un’altra storia».

 

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