Le chiedono del trionfo di Sinner a Wimbledon, Pellegrini risponde stizzita: «Questa domanda la fate a tutti gli sportivi che vedete?»
L'episodio si è registrato a margine della presentazione delle medaglie per le Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026. La Divina: «Ho parlato di lui mesi fa, credo di essere libera di dare un’opinione sulla una gestione di un caso»

Db Milano 01/03/2019 - trofeo Citta' di Milano / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Federica Pellegrini
Nelle ultime ore è andata in scena l’ennesima puntata della saga Jannik Sinner – Federica Pellegrini. Stavolta, a differenza del passato, la “Divina” si è trattenuta dal ribadire il suo punto di vista sul “caso clostebol”, dicendosi contenta per il trionfo dell’altoatesino al torneo di Wimbledon. Lo ha fatto però senza nascondere un po’ di fastidio per l’ennesima domanda ‘maliziosa’ riguardante il numero uno al mondo. L’episodio si è registrato a margine della presentazione delle medaglie per le Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026.
Pellegrini risponde stizzita ai giornalisti: «Questa domanda su Sinner la fate a tutti?»
«Che ne penso della vittoria a Wimbledon? Sono molto contenta che Sinner abbia vinto. Ma voglio sapere se questa domanda la fate a qualsiasi sportivo che vedete in questo periodo», ha risposto stizzita ai giornalisti. «Ho parlato di lui mesi fa dicendo che secondo me non ha fatto nulla di volontario, poi voi avete messo insieme le cose. Io credo di essere libera di dare un’opinione sulla gestione di un caso. Parlare di lui è un’altra roba. Non penso sia stato corretto mettere insieme le due cose», ha aggiunto prima di defilarsi.
Pellegrini, lo ricordiamo, sostiene che Sinner abbia ricevuto un trattamento di favore dinanzi alla giustizia sportiva dopo la positività al doping dello scorso anno. Un concetto ribadito a più riprese, che in molti non le hanno perdonato.
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Per fortuna i genitori di Sinner fanno solo i tifosi, è il segreto del successo (Libero)
Scrive Libero che uno dei segreti del successo di Sinner starebbe proprio nell’avere una famiglia distaccata dall’ambito lavorativo. Sia mamma Siglinde che Hanspeter (il padre ndr) osservano il figlio vincere e giocare senza mettere bocca su diritti e rovesci. Ciò che non è accaduto a Tsitsipas ma neanche ad Agassi e che invece succedeva alle Williams, che non sarebbero state così vincenti senza una famiglia che si facesse da parte come ha fatto.
Sinner vince anche perché ha una famiglia “normale” (Libero)
Scrive così Libero:
“Il segreto di Jannik Sinner sono i genitori che si limitano a fare i genitori. Compito che, nella fattispecie, è peraltro riuscito benissimo. Mamma Siglinde e papà Hanspeter non dicono una parola quando gioca Sinner. Sono lì solo quando l’occasione lo richiede, ma non hanno un ruolo attivo. Anche i più banali incoraggiamenti vengono lasciati al team di lavoro perché fanno parte del lavoro, appunto. […]
Le Williams non sarebbero state le Williams se il padre non avesse mollato la presa, Agassi ha odiato il tennis per le pressioni del vecchio, Tsitsipas è imploso con il papà “fai come dico io” nel box, quella di Shelton potrebbe essere l’eccezione alla regola o forse no, chissà. […] Un distacco spontaneo perché nato da persone intelligenti e altruiste al punto che anche la presenza può diventare strategica. In finale mamma e papà non erano seduti vicini in modo da diventare due fonti emotive distinte a seconda dei momenti. […] Scelte non casuali. Momento di euforia, sguardo alla mamma che alimenta l’emozione positiva: momento delicato, sguardo al papà che restituisce sicurezza. Per tutto il resto, focus sullo staff. Su chi, in quel momento, sta lavorando e ha il grande privilegio di poterlo fare senza l’interferenza dei genitori”.