La balla che le tenniste siano incapaci di sopportare 5 set è puro sessismo (Telegraph)
"Gli Slam al meglio dei tre set è sciovinismo: in proporzione gli uomini guadagnano molto meno. Vanno introdotti i 5 set almeno dai quarti"

Poland's Iga Swiatek serves to Germany's Angelique Kerber during the Women's WTA Rome Open tennis tournament at Foro Italico in Rome on May 13, 2024. (Photo by Tiziana FABI / AFP)
Oliver Brown sul Telegraph – ovvero il più conservatore degli editorialisti sportivi sul più conservatore dei grandi giornali britannici – riaccende la vecchia polemica della parità dei sessi del tennis: perché le donne non possono giocare gli Slam al meglio dei 5 set come gli uomini? E’ sessismo questo, scrive Brown.
Scrive che questa è “la disuguaglianza più radicata di tutte”. La Swiatek ha vinto la sua finale in 57 minuti. “Carlos Alcaraz e Jannik Sinner erano a soli due game dal secondo set quando hanno superato quel traguardo. Un’ulteriore dimostrazione convincente di come il tennis degli Slam al meglio dei cinque set offra uno spettacolo fondamentalmente diverso rispetto al meglio dei tre”.
“Tali disparità non sono casuali, ma la conseguenza diretta del presupposto implicito che le donne siano in qualche modo fisicamente incapaci di sopportare un match di quattro o cinque set. Questo atteggiamento palesemente sciovinista è l’unica forma di sessismo su cui il tennis non ha nulla da dire”. Brown scrive di “carico di lavoro sproporzionato tra i sessi. Dobbiamo davvero presumere che Swiatek, campione nel 2025, non sia in grado di affrontare un torneo al meglio delle cinque partite? Questa assurda supposizione sarebbe stata scartata anche alla fine del XIX secolo: ai Campionati Nazionali degli Stati Uniti del 1892, precursori degli Us Open, Mabel Cahill sconfisse Bessie Moore nella finale femminile per 5-7, 6-3, 6-4, 4-6, 6-2”.
E poi c’è in ballo la vecchia storia della parità dei premi, visto che le donne giocano meno. In proporzione, scrive Brown, “gli uomini sono sottopagati. Agli Australian Open del 2016, Djokovic è rimasto in campo per così tanto tempo nei suoi sette turni rispetto alla sua collega femminile Angelique Kerber da guadagnare 56.000 sterline in meno all’ora“.
E’ chiaro che “tornei maschili e femminili al meglio delle cinque partite contemporaneamente creerebbero diaboliche difficoltà logistiche, non c’è una buona ragione per cui non possa funzionare dai quarti di finale in poi, quando i guadagni finanziari quasi raddoppiano a ogni turno”.
“Differenze di resistenza? Scordatevelo. Le ricerche indicano che più lunga è la sfida fisica, più si assottiglia la differenza tra le prestazioni maschili e femminili, con un divario di appena il quattro per cento in alcune competizioni di ultra-resistenza. La percezione innata nel tennis della fragilità femminile è radicata in un errore”.