Sinner: «Non si può paragonare questa partita con nessun’altra, ora mi serve un po’ di tempo»

Alla Gazzetta: «Finché stai ancora giocando, non pensi alle occasioni che hai avuto. Però il risultato fa male. La rivalità tra me e Alcaraz è diversa da quelle dei big four».

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Parigi 08/06/2025 - finale Rolland Garros maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Jannik Sinner ieri ha perso la finale del Roland Garros dopo cinque set e più di cinque ore in campo. Lo spagnolo Carlos Alcaraz si è imposto, nonostante l’altoatesino fosse inizialmente in vantaggio di due set.

L’intervista di Sinner rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Sinner: «Se fossi felice di giocare un’altra finale, ci sarebbe qualcosa di sbagliato»

È incredibilmente complicato perdere una finale così serrata, ma quanto è orgoglioso di queste cinque ore di tennis che ha condiviso con Carlos?

«È difficile dirlo ora. Certo, sono felice di aver raggiunto questo livello di gioco, contento del mio torneo. Ma ovviamente perdere così fa male. Ma ripeto, sono soddisfatto di come stiamo cercando di migliorare ogni giorno per riuscire a mettermi nella condizione di giocare partite di questo genere. È stato un match di altissimo livello, posso essere felice di farne parte. Però il risultato finale fa male».

Quali pensieri le sono passati per la testa dopo il quarto set, e poi alla fine del match?

Sinner: «Finché stai ancora giocando, non pensi alle occasioni che hai avuto. Ho cercato di cancellare tutto, in ogni set. Negli Slam si cerca di ricominciare da zero. Ero ovviamente deluso per il quarto set, per i match point che non avevo sfruttato e per il servizio. Ma sono sempre rimasto mentalmente dentro la partita, non gli ho concesso punti gratuiti. Poi quando la partita è finita, è finita. È una sensazione diversa, non puoi più cambiare quello che è successo. Ma quando inizi il quinto set, sei convinto di poter ancora avere il controllo di ciò che può accadere in campo».

Cosa l’ha sorpresa di Carlos, della sua rimonta?

«Non ci sono sorprese nel nostro sport, Carlos è il numero due del mondo, sta migliorando costantemente come sto migliorando io. È stata una partita molto equilibrata, io ho sempre avuto la sensazione che fossimo vicini in ogni momento, che le cose potessero cambiare in un senso o nell’altro, ma io ero dentro la partita. Ho avuto molte chance e non sono riuscito a concretizzarle».

Cosa si porta via di positivo dalla sconfitta?

«Mi porto via un’altra finale Slam, la terza consecutiva e non è un risultato banale. Ultimamente sono sempre andato in fondo ai tornei, era la mia ottava finale di fila, ed è importante. Mi porto via che posso giocare a buon livello ora, prima potevo andare sotto rapidamente e perdere 6-1 o 6-2 il set per come si era messa la situazione. Oggi riesco anche a resettare, ma questo è lo sport. Se fossi felice e basta perché ho fatto parte di una finale ci sarebbe qualcosa che non funziona. Fa male ma è andata così, ora c’è tanta amarezza».

In carriera, lei qualche volta ha sofferto le partite con una durata lunga. C’è qualche similitudine con questa finale?

«Non si può paragonare questa partita con nessun’altra. Fisicamente stavo bene, certo ero un po’ stanco. Ma alla fine conta solo il risultato, e non puoi cambiarlo. È stata una sfida di livello davvero alto, lo abbiamo visto in passato anche con altri grandi giocatori, oggi è capitato a me di perdere. Neanche ci pensavo al fatto che fosse una finale. Devi pensare a battere un giocatore alla volta, e stavolta toccava a Carlos. Ho provato a prepararmi, mi sentivo più pronto rispetto a Roma e lo abbiamo visto. Il livello si è alzato, ed era il mio obiettivo. Ho preparato uno Slam con un solo torneo su terra, e ho raggiunto la finale. È difficile da accettare ma è la parte buona dello sport, questa volta ho ricevuto l’altro lato della medaglia, la parte triste. Se vedi la parte triste non torneresti mai. Prendo il fatto che sia migliorato e cresciuto rispetto allo scorso anno».

La rivalità tra lei e Alcaraz ormai si avvicina a quelle tra i Big Four…

Sinner: «Ogni rivalità è diversa. Prima giocavano un tennis diverso, ora è più fisico, la palla va veloce. Non si possono fare paragoni. Sono stato fortunato ad affrontare Nadal e Djokovic negli Slam, ma in quei momenti serviva un livello altissimo per batterli. Provo lo stesso con Carlos, è bello vedere che possiamo produrre partite come queste, però sarei stato più contento con il trofeo».

Ora come si riparte?

«Con calma. Mi serve anche un po’ di tempo per me stesso, vorrei rivedere la mia famiglia, stare un po’ con loro e poi andiamo avanti».

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