Napoli sembra la Bella addormentata in attesa del Principe azzurro

Atmosfera surreale. Teste chinate e occhi bassi, nessuno ha il coraggio di guardare in faccia un altro, figuriamoci salutarlo col rischio che parli di calcio

Conte

Atmosfera surreale oggi a Napoli, sembra che qualcuno abbia pigiato il pulsante off per spegnere i napoletani. Niente vociare, niente musica, niente urla, solo grigio silenzio.

Camminando per strada incontri amici e conoscenti che neanche ti salutano e non perché gli hai rubato il posto auto sotto casa, ma semplicemente perché non ti vedono.  Non possono. Teste chinate e occhi bassi. Nessuno ha il coraggio di guardare in faccia un altro, figuriamoci fermarsi a salutarlo col rischio che si parli di calcio. Calcio? È una parola abolita dal vocabolario napoletano, almeno fino alle 20.45.

Fuori ai bar o alle edicole, dove abitualmente scorci capannelli di signori di ogni età intenti a declamare quale sarebbe la migliore formazione da mettere in campo, il nulla, il vuoto cosmico. Ho girato alla ricerca di un vociare familiare che parlasse di Napoli. Niente. Il tempo si è magicamente fermato in città nel timore che si possa scoppiare prima del tempo o che quel tempo non arrivi mai.

Immagino i turisti arrivati in città per assaporare l’aria di festa, staranno pensando di aver sbagliato città. Penseranno a una “macumba”. Non si possono descrivere i volti grigi e assorti nei pensieri che si incontrano. Per non parlare delle immancabili bancarelle che hanno osato esporre maglietta e bandiere, manco fossero gli appestati. Nessuno si avvicina. Tutti passano alla larga come se si fosse tornati ai giorni del Covid, non senza lanciare un rapido sguardo con la coda dell’occhio ma col timore di essere visto da qualcun altro se per caso avessero il coraggio di fermarsi a guardare bene, non voglio mai dire a comprare.

Solo le donne, solite coraggiose, si lasciano andare a laconici commenti. “Mio marito ha deciso che scende di casa alle 4 per andare allo stadio”, “Il mio vuole scendere a piedi!!”, “Io devo preparare panini per pranzo e per cena, ma si vuole trasferire a vivere al Maradona?”.

Ciliegina sulla torta ieri mi telefona mia figlia, che oramai vive all’estero da tre anni, e mi chiede «Mamma ma davvero domani il Napoli può vincere quella cosa lì?». «Si possiamo vincere lo sc..», «Mamma ma sei pazza!!! Non dirlo», «Amore di mamma ma quanto sei napoletana dentro!»

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