Moratti: «Sta diventando la città di chi sta bene, sta perdendo la sua sensibilità»
Al Corsera per i suoi ottant'anni. «è la città dei grandi nomi, delle grandi firme, dei grandi eventi. Pensavo che Inzaghi non fosse da Inter, sbagliavo»

Db Milano 11/07/2023 - funerali Luisito Suarez / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Massimo Moratti
Massimo Moratti, per i suoi ottant’anni intervistato anche dal Corriere della Sera oltre che dalla Gazzetta dello Sport.
L’intervista è firmata Daniele Dallera e Venanzio Postiglione.
Moratti rivela che il cardinal Martini gli chiese di candidarsi a sindaco di Milano. Anche Berlusconi che lo voleva nel centrodestra.
Come sta Milano, oggi?
«Ha scelto una strada, forse obbligata: è la città dei grandi nomi, delle grandi firme, dei grandi eventi. Tutto bello e giusto. Ma mi sembra che stia perdendo quella sensibilità naturale, spontanea, che aveva verso la gente comune. Sta diventando la città di chi sta bene. La crisi di alcune metropoli, come Londra, ha favorito Milano e l’afflusso di grandi capitali, siamo stati anche bravi».
Però?
«Però una volta le persone si sentivano sicure, dico sicure nel senso che la città ti accoglieva e si preoccupava di te. Arrivavi dal Sud, da ogni parte, anche con la valigia di cartone, e qui ti sentivi importante, trovavi un progetto di vita. Che si trasformava in un sentimento di riconoscenza verso Milano».
Moratti e Berlusconi, le cessioni di Inter e Milan
(Lei e Berlusconi) Stessa scelta, alla fine: vendere l’inter e il Milan. Perché?
«Ragioni economiche. Abbiamo visto, tutti e due, l’esplosione dei costi e una passione che non teneva il passo delle ambizioni. Ho sempre pensato che fosse giusto cedere a società internazionali. Adesso si preferiscono i fondi: però, diciamolo, un gruppo familiare, una proprietà precisa, sono comunque un punto di riferimento più semplice, anche per la squadra che deve vincere le partite».
Qual è il giocatore più morattiano di quest’Inter di oggi?
«A me piace Barella, è migliorato tantissimo. Un calciatore che ti coglie di sorpresa, salta l’uomo, combatte, è pericoloso in attacco. Poi è molto forte Lautaro e mi piace anche Thuram, conosco il padre».
Simone Inzaghi?
«Ho cambiato il mio giudizio. All’inizio non lo consideravo adatto all’Inter: invece è molto bravo, preparato, gestisce le situazioni più delicate, tanto buon senso, sempre calmo. Marotta? Fa bene il suo mestiere, l’avevo anche cercato ai tempi della Sampdoria».
Si sente con Mourinho, l’allenatore del Triplete e di tante vittorie?
«Ogni tanto ci scambiamo messaggi».
Sembra ancora più impetuoso.
«Capita se non raggiungi i risultati sperati».