«L’industria sportiva è un settore in piena crescita, ma l’ingordigia rischia di far seccare la pianta»
Al Venerdì Federico Carli, docente di Politica economica all'Università Guglielmo Marconi: «Lo sport è emozione e tradizione. Avrebbe infatti senso cancellare la Formula 1 dall'Europa? Economicamente sì. sportivamente no»

Doha (Qatar) 20/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Qatar-Ecuador / foto Imago/Image Sport nella foto: cerimonia di apertura ONLY ITALY
Il Venerdì di Repubblica affronta il tema legato al business e lo sport e lo fa con Federico Carli, docente di Politica economica all’Università Guglielmo Marconi e nipote di Guido Carli.
Le grandi manifestazioni sportive sono state strumenti di sviluppo urbano e identità nazionale. Altre volte, però, hanno lasciato debiti mostruosi e impianti abbandonati.
«Sì, ricordiamo pero subito che l’industria sportiva rappresenta una percentuale significativa e crescente del Pil mondiale. Anche durante le recessioni il settore è rimasto stabile, con proiezioni di crescita costante»
Ma lo sport è cambiato profondamente negli ultimi anni. Non necessariamente in meglio
«Lo sport è emozione. Si pratica o si vive da spettatore, ma è emozione. Se gli interessi economici configgono con i valori positivi dello sport, con quel sentimento, si crea un cortocircuito. L’ingordigia rischia a lungo andare di far seccare la pianta»
Poi si parla del percorso del calcio in Italia «Dall’inizio degli anni 80, quando avevamo il campionato più prestigioso, c’è stato un progressivo declino. Scelte discutibili, come l’abolizione di Serie C1 e C2 e l’ampliamento della Serie A, hanno abbassato il livello complessivo. La struttura a gironi geografici della Lega Pro ha creato un sistema dove risalire diventa difficile per chi retrocede. Non è un caso che l?italia, quattro volte campione del mondo, gli ultimi due mondiali li abbia guardati in tv. Anche a livello giovanile interessi economici opachi interferiscono con bambini di 10-12 anni, compromettendo lo sviluppo dei talenti. Infine, una Serie A che fattura miliardi ha bisogno di professionalità adeguate. Le Università dovrebbero creare corsi dedicati per preparare professionisti con competenze gestionali e conoscenza approfondita del marketing e della comunicazione applicati allo sport».
Tani i casi in cui si è fatto uno sforzo economico per ospitare una manifestazione senza un reale ritorno economico e sopratutto smantellando subito dopo le strutture costruite. «Senza un piano ben strutturato è meglio non ospitare grandi eventi sportivi».
Suo Mondiali in Qatar
«La Coppa del Mondo è costata 220 miliardi e ha generato soltanto 17 miliardi per l’economia del Qatar. ma nel Golfo i grandi eventi sono strumenti di soft power e leva politica, con un valore percepito superiore all’investimento. Per questo gli organismi sportivi internazionali devono capire che lo sport è emozione e tradizione. Avrebbe infatti senso cancellare la Formula 1 dall’Europa? Economicamente sì. sportivamente no»