A Inzaghi è già successo di rimontare Conte all’ultimo metro della lotta scudetto (Repubblica)

Il campionato 99-2000, quello dello scudetto della Lazio. E l'Inter domenica si ritrova proprio la Lazio con cui Simone vinse il campionato

Inter Napoli Inzaghi Conte

Inter Milan's Italian coach Antonio Conte (L) and Lazio's Italian coach Simone Inzaghi congratulate each other at the end of the Italian Serie A football match Lazio vs Inter on October 4, 2020 at the Olympic stadium in Rome. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

A Inzaghi è già successo di rimontare Conte all’ultimo metro della lotta scudetto (Repubblica)

Repubblica ricorda che a Simone Inzaghi è già capitato di rimontare Antonio Conte in una lotta scudetto. Successe ovviamente nel campionato 99-2000 quando la Lazio nelle ultime tre giornate rimontò cinque punti alla Juventus di Ancelotti dove giocava appunto Antonio Conte.

Scrive Repubblica:

A Simone Inzaghi è già capitato di rincorrere Antonio Conte in una corsa scudetto, decisa all’ultimo metro. Altri ruoli, altre maglie, altri tempi. Campionato 1999/2000, all’ultima giornata la Juve è sopra di due punti, la Lazio insegue e spera. Com’è finita lo sappiamo. Per celebrare il quarto di secolo da quella vittoria, inattesa e per questo meravigliosa, Lotito ha organizzato per giovedì sera una festa con 250 invitati. Era il 14 maggio quando Simone, mandato sul dischetto da un fallo di mano di Brevi, segnò il primo e decisivo gol all’Olimpico contro la Reggina, battuta 3-0. Nello stesso giorno, a 176 chilometri di distanza, la Juve chiedeva senza successo il rinvio della partita per pioggia all’arbitro Collina, per poi affondare nella palude del Curi. Perugia 1, Juventus 0 e addio titolo.

Simone ci riprova, questa volta da allenatore dell’Inter. Per farcela, dovrà battere proprio la Lazio domenica a San Siro, sperando che il Napoli inciampi a Parma. Poi, fare tre punti a Como. Centottanta minuti da giocare e un solo punto da recuperare sulla squadra di Conte, avversario oggi come allora. «Me lo ricordo Inzaghi quel giorno del 2000, in spogliatoio in attesa di notizie dall’Umbria, ipnotizzato come tutti. Scoprimmo che la Juve aveva perso perché qualcuno diede un calcione alla porta e disse che era finita», ricorda Dario Marcolin, centrocampista di quella Lazio. 

Papà Inzaghi: «L’Inter gli propose due ventenni da crescere. Lui rispose: “così se non vinco al primo anno, mi mandate via”»

Giancarlo Inzaghi, papà di Simone e Filippo. Uno allena l’Inter ed è finale di Champions, l’altro allena il Pisa e ha conquistato la promozione in Serie A. Giancarlo a La Repubblica parla del successo dell’Inter contro il Barcellona:

«Il miracolo l’ha fatto Marina, mia moglie! È tutto merito suo se Simone e Filippo sono come sono. Gli amici mi chiedono come faccio a dormire con due figli così, e io mica lo so. Mi fanno divertire da quando avevano 16 anni, e io oggi ne ho 77. Sono stato proprio un papà fortunato».

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Che le ha detto Simone?
«Che è la rivincita dell’esperienza. L’Inter gli aveva proposto: ti prendiamo due ventenni e tu li fai crescere. Lui ha risposto: bravi, così se non vinco il primo anno mi mandate via. Se ci siamo sentiti? Videochiamata dallo spogliatoio dopo sette minuti, Simone con la camicia aperta, tutto fradicio e senza voce, poi dalla macchina tornando a casa. E poi la mattina, con i due bimbi nel lettone perché non sono mica andati a scuola. Alle 9 aveva 411 messaggi da leggere sul telefono!».

Giancarlo, lei andrà a Monaco?
«Mai! Non posso abbandonare il mio divano portafortuna a San Nicolò: tapparelle abbassate, whiskino, una sigaretta, poter dire dei nomi a tutti perché tanto non mi sente nessuno. Le partite le vedo da solo, anche se a San Siro ho l’abbonamento in tribuna d’onore accanto a La Russa e al sindaco. Ci sarò andato tre volte».

Anche Pippo è bravo, eh…
«Lui allena il Pisa, senza offesa, mica l’Inter: dal 13° posto alla promozione in un anno. Che orgoglio smisurato per i miei bravi ragazzi, mai una polemica, mai una grana, mai una parola fuori posto. Così erano da calciatori, così sono da mister. Mica tirano le bottigliette addosso a voi giornalisti, loro, come fa qualcuno. Ma la Dea, la Dea qui, la Dea là…».

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