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PAGELLE – Rrahmani e Juan Jesus come Totò e Peppino. Lindstrom, ho perso le parole (e le bestemmie)

Aurelio come Decio Cavallo della Fontana di Trevi. Senza Mario Rui è finito il Napoli. Raphinha fa carne di porco di Di Lorenzo.

PAGELLE – Rrahmani e Juan Jesus come Totò e Peppino. Lindstrom, ho perso le parole (e le bestemmie)
Mg Barcellona (Spagna) 12/03/2024 - Champions League / Barcellona-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Nunes Jesus Juan Guilherme-Giovanni Di Lorenzo

Le pagelle di Barcellona-Napoli 3-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Allestisce la Sagra della Respinta, in tutte le salse. E in particolar modo su quel flagello vivente di Raphinha. Prende tre pappine nel vetusto stadio sulla collina di Montjuic ma ancora una volta, Ilaria, il giovane Meret è l’unico che si salva lì dietro – 6,5

E’ l’unico anche ad aver capito l’importanza della partita e ad averla affrontata con lo spirito e l’attenzione giusti – 6,5

DI LORENZO. Ei fu siccome immobile, per ben due volte, sul due a zero di Joao Cancelo. L’Eurocapitano che fu è poi il punching ball prediletto del citato flagello Raphinha. Certo, al 34’ quasi pareggia con la cabeza, ma stasera dà purtroppo un contributo decisivo alla tragedia di una difesa ridicola, parafrasando Musil – 4

Raphinha ne fa letteralmente carne da porco: il nostro non riesce a bloccarlo mai. Impresentabile anche su Cancelo, che lascia fare quello che desidera. Diciamo che il suo lato è quello da cui vengono i pericoli maggiori. Uno spettacolo imbarazzante. Tenerlo in campo così fa male prima di tutto a lui – 4

RRAHMANI. Qui, Ilaria, aggiungo la fulminante notazione dell’amico Gianni Cicero: “A difese invertite avremmo vinto tre a zero”. Il povero Amir è il fratello azzurro in sonno quando il Barcellona segna l’uno a zero. Quei venti minuti terrificanti dei blaugrana sono stati la conferma che il Re, anzi il Duce Aurelio è nudo, senza alibi: la distruzione estiva ha la sua epifania nefasta in terra ispanica. Poi, senza dubbio, Rrahmani ha il merito di riaprire la partita, ma tra amnesie e tempi sbagliati è stato dannoso come difensore centrale. Lui e lo sciagurato Giovannino Gesù parevano Totò e Peppino in piazza Duomo a Milano: “Per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?” – 4,5

Fa il difensore centrale e come tale secondo me va giudicato, non per un gol fortuito che ci ha fatti sperare per un attimo che la serata potesse finire in un altro modo. Come difensore, ieri, è stato penoso, in particolare sul primo gol dei blaugrana. Ostigard, perdonali: non sanno quello che fanno – 4,5

JUAN JESUS. Al 12’ Fermin Lopez fa il fenomeno, tra lui e Marittiello, e per fortuna poi sbaglia. Ma è questione solo di minuti. E il contropiede del Barca che porta al due a zero fa appalesare le indecisioni e l’inadeguatezza di Giovannino Gesù in coppia con Amir – 4,5

Fa fatica a tenere la posizione e ad impostare il gioco e, come al solito, prova a mettere una pezza alle insufficienze tecniche e tattiche con l’esperienza. Ma diventa indifendibile quando dichiara con candore che lui e i compagni non hanno capito l’importanza della partita e che questo dipende anche dal fatto che in squadra ci sono tanti giovani. E’ inconcepibile dichiarare una cosa del genere quando il Napoli è stato ridicolizzato da due giocatori sedicenni del Barcellona – 4

MARIO RUI. Per usare la stessa immagine nel giudizio su Di Lorenzo, Marittiello è il punching ball del minorenne Yamal – 5

Fabrizio, so solo una cosa: quando Calzona ha tolto dal campo Mario e inserito Olivera, la partita è peggiorata di parecchio per noi, anche nella gestione di Yamal. Per me un errore la sostituzione – 5,5 

OLIVERA dal 63’. Riesce a fare peggio di Marittiello, ed era facile prevederlo dopo la sofferenza provata all’andata col predetto minorenne. Vanta comunque una traversa nel recupero finale – 4,5

Appena entrato in campo Yamal se ne prende gioco: da questo punto di vista è inguardabile. La traversa è un’occasione persa, non un punto a favore – 4

ANGUISSA. Una valanga di passaggi sbagliati e di palle donate al Barca. Non solo. Le sue molli pause al solito lasciano il Caro Lobo da solo a proteggere invano la tragica difesa – 5

Apprezzo la tua generosità nel definire sbagliati dei passaggi che diventano un vero e proprio suicidio. Fossi stata in Lobotka lo avrei aspettato nello spogliatoio per infliggergli la peggiore delle punizioni corporali. Nell’ultima mezz’ora diventa più evanescente che nel resto della partita – 4

LOBOTKA. Siamo in Quaresima, Ilaria, ed è il caso di dire che il Caro Lobo si carica sulle spalle la croce della costruzione dal basso. A volte esce con fare sontuoso, altre sbaglia e va in apnea. Ma nella terra di mezzo rimane l’unica certezza, che guarda in faccia gli avversari dirimpettai, da pari a pari. Bravo – 7

Smista palle come se piovessero (che i compagni purtroppo non valorizzano) e copre anche a dovere quando serve. E’ uno dei pochi a crederci, anche se sul secondo gol del Barcellona si fa anticipare come un pollo – 7

TRAORE’. Quando ha la palla è quasi sempre lento. Stasera, l’ivoriano post-malarico è suo malgrado un altro simbolo della rovinosa estate del Duce Aurelio: Zielinski e Demme cacciati per volontà del padrone; il bidone Cajuste infortunato; l’enigma Dendoncker in panca; Lindstrom scambiato per ala destra; Koopmeiners e Samardciz trattati dallo juventino Giuntoli; Gaetano e Folorunsho dati in prestito. Per questo il mite Traorè è solo un agnello sacrificale – 5

Durante la canzoncina iniziale gli si legge il terrore negli occhi. Ci prova ad entrare in partita, ma, come dici tu, è lento e spesso corre a vuoto, inoltre è pure falloso – 5,5

RASPADORI dal 78’. Giacomino non fa davvero nulla per farsi notare – senza voto

Senza voto

POLITANO. Per nulla turbato dalla grottesca e ignobile sceneggiata del Duce Aurelio, l’altro giorno, Na-Politano è l’unico che dà segnali di vita là davanti. Ed è suo l’assist per il gol di Rrahmani – 6,5

Inizia la partita con lo spirito giusto: è dinamico in attacco e si sacrifica in difesa. Calzona lo sostituisce probabilmente perché spende tanto, ma la sostituzione non è certo un’intuizione vincente, anzi – 6,5

LINDSTROM dal 63’. Tremebondo in modo incredibile. Non osa mai. E quando gli arriva sulla cabeza la pelota del due a due, chiude gli occhi e sbaglia. Un disastro – 4

Ma dico io: tu passi la vita in panchina, poi ti capita la palla della vita e la sbagli? Ho finito le parole e le bestemmie – 3

OSIMHEN. D’accordo, Victor Victoria è il Grande Assente di stasera. Epperò si guadagna un rigore che l’arbitro olandese si rifiuta in maniera categorica di vedere, con il silenzio assenso del Var – 5

Non vede la palla nemmeno col cannocchiale. Irritante e deprimente nei continui fuorigioco. Il rigore non può essere un’attenuante – 3

KVARATSKHELIA. A parte un paio di tiri, il Che Kvara è il Secondo Grande Assente – 5

Koundé lo neutralizza, si perde nei dribbling, stavolta tutti inutili. Semplicemente non c’è – 4,5

NGONGE dal 92’. Senza voto

Senza voto

CALZONA. Il Napoli questo è. Inutile prendersela con Calzona detto il Terzo per i cambi nocivi o per la difesa tragicamente ridicola. Il capitale umano questo è, appunto. Senza dimenticare che al centro non ha praticamente alternative. Anche se rimaneggiato, il Barcellona è superiore per organico e qualità agli azzurri. Il Terzo ha fatto quello che poteva fare nelle condizioni date dalle ossessioni senili del presidente, ora padrone anche delle interviste dei giocatori. Di questo passo, come il Decio Cavallo della Fontana di Trevi, l’Unno Aurelio Attila comincerà a chiedere le royalties per tutte le volte che la parola Napoli associata al calcio verrà scritta o citata. Ma la vera Fontana di Trevi è sicuramente lo stadio a Bagnoli: auguri! E vade retro Sarri! – 5

“Non passarla dietro!” urla ad un tratto. L’ho amato profondamente, in quell’istante. E’ l’unica cosa per cui meriterebbe 10. Se i suoi giocatori lo avessero ascoltato e se fosse finita in un altro modo – 5

ARBITRO MAKKELIE. Un arbitraggio catastrofico, e non solo per il rigore negato. Epperò ora risparmiateci il complottismo piagnone che grida alla vendetta dei poteri forti europei contro il Duce novello Riccardo III – 3

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