Abodi, Gravina e Malagò litigano per l’uomo che dovrà gestire i soldi (Uva, Cozzoli o Montali) ma intanto è tutto fermo e gli stadi non sono pronti

Euro 2032, la Uefa potrebbe darlo solo alla Turchia mentre l’Italia litiga per il commissario. Lo scrive il quotidiano La Verità con un articolo a firma Alessandro Da Rold.
A quasi un mese di distanza dall’assegnazione del campionato europeo Euro 2032 alla candidatura unica di Italia e Turchia, nei corridoi della Figc inizia già a serpeggiare il timore che la kermesse calcistica alla fine sarà organizzata solo da Istanbul. Il nostro Paese è già in ritardo nell’organizzazione dell’evento e la Uefa potrebbe decidere di assegnare tutto il pacchetto a Erdogan. Del resto non abbiamo stadi pronti e si litiga su chi deve guidare l’organizzazione.
La Verità scrive della battaglia politica per il commissario di Euro 2032.
È già iniziata una guerra strisciante tra il ministro dello Sport Andrea Abodi, il presidente della Figc Gabriele Gravina e il numero uno del Coni Giovanni Malagò su chi sarà il commissario di Euro 2032. Serve un uomo solo al comando, con poteri straordinari sennò si rischia di perdere altro tempo. In ballo c’è la gestione di almeno un miliardo di euro di investimenti. Anche per questo motivo, al momento, sarebbero almeno tre i candidati per diventare direttore d’orchestra della manifestazione che si svolgerà tra nove anni. Si parla del solito Michele Uva, già vicepresidente Uefa, unico che in questo momento sta visionando il dossier e quindi capace di dialogare con le istituzioni europee che dovranno valutare il lavoro dell’Italia. Ma nel mondo politico c’è chi propone Vito Cozzoli ex numero uno di Sport e Salute. Oppure un altro candidato potrebbe essere Gian Paolo Montali che di recente ha fatto bene come direttore generale del progetto Ryder Cup 2023.
Lo stallo sembra difficilmente superabile al momento. E i ben informati suggeriscono che dovrebbe essere Giorgia Meloni a prendere in mano il fascicolo per sbrogliare definitivamente una matassa che rischia di ingarbugliarsi sempre più.