Dopo la vittoria in Champions in casa del Celtic: «Dopo vent’anni abbiamo fatto secondo posto e rivinto in Champions in trasferta»

La Lazio vince 2-1 in casa del Celtic (gol all’ultimo secondo di Pedro) e Sarri si toglie qualche sassolino dalla scarpa come fa notare Il Messaggero.
«Prima della gara ho detto ai ragazzi che ci manca poco per essere competitivi, ma quel poco è la differenza tra vincere e perdere. Spero che la gara di stasera ci dia una botta di coraggio».
Il 2-1 a Celtic Park fa togliere anche qualche sassolino dalla scarpa al Comandante:
«Dopo vent’anni abbiamo fatto secondo posto e rivinto in Champions in trasferta, ma se leggi i commenti di alcuni tifosi sembra che siamo una squadra dell’Eccellenza».
«Abbiamo fatto un gran primo tempo e all’inizio del secondo potevamo andare in vantaggio. Poi abbiamo avuto un momento di sofferenza, ma siamo stati caratteriali per rimanere nel match e quando succede questo di solito si viene premiati».
«È un rischio che ci può stare e ne abbiamo anche parlato: alcuni giocatori stanno rendendo meno dello scorso anno. Poi questa
è una manifestazione talmente bella da giocare che scatena certi meccanismi mentali».
AVEVA SCRITTO RECANATESI SUL CORSPORT
Il lamento di Sarri, il mondo Lazio sta aprendo gli occhi sul tecnico toscano. Sul Corriere dello Sport c’è un godibile attacco ad alzo zero al sarrismo, firmato da Franco Recanatesi, di cui pubblichiamo qualche estratto.
Il “Lamento” è una bellissima poesia di Garcia Lorca ma sta diventando una brutta abitudine di Maurizio Sarri. La colpa delle occasioni perdute è sempre dei giocatori, mai uno straccio di autocritica. Le falle del mercato ricorrono puntualmente nelle interviste post-sconfitta. «Volevo A e mi hanno dato X e Y». Come dire: sono costretto a mettere in campo delle pippe. Il contrario della colla che compatta lo spogliatoio. Penso allo slancio che le parole del loro mister daranno ai vari Guendouzi, Kamada, Castellanos, Rovella, Pellegrini: noi siamo i bocconi amari che il mister ha dovuto ingoiare, il pesce azzurro invece del caviale.
Ha ragione Sarri a lamentarsi, perché della sua lista originale nella rosa non c’è traccia e perché anche i sostituti sono arrivati quando il campionato era già sulla linea di partenza e i tempi di inserimento mancavano. Ma detto una volta ai microfoni, con gocce di sudore e sguardi malandrini, sarebbe stato più che sufficiente; per il resto, s’incazzi, come dice lui, anche ogni giorno, ma nelle segrete stanze con Lotito. E, soprattutto, si rassegni, si adegui e s’ingegni a scovare un piano B.
Il dubbio, forte, è che il sarrismo sia superato. Comunque talvolta inadeguato alle caratteristiche dell’antagonista o addirittura dei propri giocatori. Alle radici del sarrismo c’è velocità di esecuzione, giropalla, sì, ma a due tocchi massimo. Questa Lazio è lenta, prolissa, credo che nessun’altra squadra conti tanti passaggi alle spalle come la Lazio.
Forse perché al terzo anno il modulo appare ripetitivo, gli avversari mica son grulli, studiano, riflettono, prendono contromisure.