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Il libro di De Luca sui pipì del Pd sembra scritto da Crozza (Corsera)

De Luca chiama i piddini miserabili, poveri uomini, nullità politiche, cialtroni, idioti, dementi, tristi. Non perdona al Pd di essere fluido

Il libro di De Luca sui pipì del Pd sembra scritto da Crozza (Corsera)
Mc Napoli 07/07/2023 - presentazione palinsesto Rai Tv / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Vincenzo De Luca

Il libro di De Luca sui pipì del Pd sembra scritto da Crozza (Corsera). Lo scrive Aldo Grasso sulla prima pagina del Corriere della Sera.

Ha uno stile di scrittura meno efficace dei suoi interventi dal vivo, dove il tono enfatico e la dolenza retorica sono nettare per seguaci e parodisti, primo fra tutti Crozza. Ecco, «Nonostante il Pd», il libro di Vincenzo De Luca che su Amazon sta mettendo in crisi il primato di vendite del generale Vannacci, sembra scritto da Crozza: miserabili, poveri uomini, nullità politiche, cialtroni, idioti, dementi, tristi, anime morte e soprattutto «pipì» sono alcuni grani del rosario di contumelie che De Luca offre in preghiera ai «compagni», con la strafottenza del pazzariello: «Attenzione, battaglione, è asciuto pazzo ‘o padrone». «Pipì» è l’epiteto che di solito il governatore della Campania riserva ai giornalisti scomodi. A suo dire, nel Pd, i «pipì» sono tanti, a cominciare dall’indigesta segretaria armocromatica.

Al «suo» partito, De Luca non perdona di essere fluido, che per lui non è una questione di genere ma di identità politica. L’impressione è che De Luca sia diventato, anche per risentimento, una maschera della grande tradizione napoletana («Vicienzo ‘O Sceriffo»), il giullare di strada che per dire le cose deve presentarsi come corpo estraneo.

La cruda realtà è che il Pd ha una segretaria eletta dai passanti e non dagli iscritti e che «Nonostante il Pd» è un libro che avrà successo soprattutto fra gli elettori di destra.

L’ELOGIO DI GIULIANO FERRARA

Qualche tempo fa sul Foglio Giuliano Ferrara ha tessuto l’elogio di Vincenzo De Luca, dei suoi video e del suo caffè a Caivano. In un pezzo dal titolo:

De Luca a Caivano tira fuori il tratto popolare e intellettuale che manca alla politica leggera, ondivaga, e ai suoi cerimonieri. C’è da imparare

Ecco cosa ha scritto Ferarra.

Che cosa testimoniano i video di Vincenzo De Luca? Con un’espressione facciale solida, un fare diretto, il sorriso sornione, di volta in volta l’ultimo politico in servizio che illustri una notevole tradizione repubblicana dice come la pensa e che cosa fa o vuol fare in una lingua politica chiara, spesso beffarda e urtante, pedagogica ma non saccente, priva di quella leggerezza così di moda nel mondo incantato del luogocomunismo. Servono repressione, stazioni dei Carabinieri affollate e pattugliamenti vigili giorno e notte, telecamere di sicurezza permanenti per ogni dove, interventi sociali di integrazione e inclusione nella scuola e nello sport, e aggiunge che bisogna smetterla di glorificare gli stili di vita camorristi, con il loro effetto di virilismo dominante, nei film, nelle serie e nel bla bla di un’informazione mediatica impazzita. Non servono i blitz, le intemerate di un momento. Non servono le storie vere e miserabili che offrono un modello luccicante ai ragazzi di strada. Meglio prendersi un caffè in solitario in un bar di Caivano, piuttosto.

Su tutto, e contro tutti, almeno nel suo porsi, De Luca offre la sua versione scorretta, scorrettamente, ispirata a ciò che può sembrare mero buon senso.

Dietro i video di De Luca, un genere di successo, che colpisce anche chi non ami la sua personalità che sa essere scomposta e a
suo modo viziosa, intrisa di una forte ambizione di potere come missione assoluta, c’è molto più che una gavetta o una carriera tenace e variegata di amministratore e di leader popolare cresciuto a pane e politica. Qualunque cosa faccia, anche quando sbaglia o s’imbroglia nelle curve di una frenetica attività pubblica, don Vicienzo tira fuori, dalla sua poderosa e irriverente alterigia, il tratto popolare e intellettuale che manca alla politica leggera, ondivaga, e ai suoi cerimonieri. Sta nel mercato del consenso anche lui, ci mancherebbe, e con buoni risultati finora, ma baratta il solido con il solido, procede a strappi graduali su una linea costante, su un retroterra istituzionale che non si limita all’ammiccamento. (…) Sia chi governa e chi si oppone, chi fa parte del sistema evanescente del nostro presente culturale e politico, dovrebbe esaminare con mente e cuore semplici la performance di De Luca. C’è molto da imparare, amici e avversari.

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