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Pinto: «Meglio Lukaku il 28 agosto che Tonino il primo. I tifosi della Roma sono contenti»

In conferenza: «La squadra è migliorata, abbiamo più soluzioni. Gli arbitri? Ci sono molte cose che non capisco, aspettiamo giustizia».

Pinto: «Meglio Lukaku il 28 agosto che Tonino il primo. I tifosi della Roma sono contenti»
2022 archivio Image Sport / Calcio / Roma / Tiago Pinto / foto Image Sport

Il general manager della Roma, Tiago Pinto, ha parlato in conferenza stampa rispondendo a diverse domande sul mercato estivo del club dei Friedkin.

Mourinho è un uomo del presente e del futuro? Pinto:

«I rinnovi sono temi importanti che vengono trattati internamente, in questo momento siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo e siamo carichi per riprendere il cammino e l’obiettivo dopo la sosta. Tutti i temi importanti per la società li affrontiamo internamente con le persone giuste».

La Roma continuerà a investire sui giovani?

«Quando comincia una sessione di mercato io penso che noi abbiamo bisogno di mettere insieme tre piani: uno è quello tecnico, cerchiamo sempre di fare una squadra migliore. Se facciamo il paragone con i giocatori che sono andati via con quelli che sono venuti secondo me la squadra è migliorata: abbiamo più soluzioni. Dopo abbiamo il piano economico: siamo dentro un settlement agreement, dove in due anni dobbiamo riuscire a spendere con la squadra il 70% di quelli che sono i ricavi del club. Quindi mentre alcuni direttori sportivi si godevano le vacanze io sono andato tutto giugno a cercare di portare a casa dei risultati economici. Dopo c’è anche il piano strategico: un club come la Roma per uscire da questa situazione è importante prendere dei giocatori giovani e prospettive future, con anche risultati a fini economici. Se avesse pagato 20 milioni di euro per Ndicka e 20 per Aouar magari questa domanda non era messa così, sono tutti e due Under 25 con tanta esperienza. Con i paletti che abbiamo stiamo cercando di equilibrare tutti questi tre piani e potete capire che non è semplice. Dall’arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stata una parte principale della strategia: lui dal primo giorno ci ha sempre puntato. Oggi abbiamo due giocatori come Zalewski e Bove che fanno parte della prima squadra. Il fatto che abbiamo aumentato il monte ingaggi è vero, ma siamo riusciti a mettere questi tre piani insieme».

Pintos ha parlato anche di Marcos Leonardo:

«Lui è un obiettivo. Questi giocatori di prospettiva rientrano nei nostri piani. Oggi questi giocatori hanno valori importanti».

Pensa di aver consegnato a Mourinho una squadra che può lottare per la Champions? Mourinho ha detto che giocatori come Dybala e Renato Sanches sono qui anche per la loro storia di infortuni… Pinto:

«La prima cosa che voglio dire è che sarà impossibile da questa conferenza con il feeling diminuito tra me e Mourinho. Voglio avere molta attenzione a quello che dico, non voglio che possa uscire da qui uno scontro tra me e Mou. Tutto quello che pensiamo lo diciamo in faccia e siamo motivati per la società. Sul tema della Champions, dal primo giorno che sono arrivato qui ho capito che la Champions è la prima ambizione per questa squadra, anche per me lo è. Dopo se arriviamo o meno poi è un altro tema, se siamo obbligati? Sono parole che non uso. Quando vado a prendere giocatori come Wijnaldum, Dybala, Lukaku, Tammy tu devi dirgli qualcosa. Tu pensi che non vengano se non lottano per obiettivi come la Champions? Non è così. Dal mio punto di vista è questa la logica, non penso che io e l’allenatore siamo in disaccordo. Il terzo tema degli infortuni voglio dire due cose: con tutto rispetto per la Roma e per i suoi tifosi è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo pure prendere Rice, ma non si può. Dobbiamo sapere la realtà. Un altro tema è quello degli infortuni. Oltre Dybala, che è stato per noi fondamentale, noi siamo riusciti a mettere in condizione fisica ottimale dei giocatori che avevano tanti problemi fisici. Come Zaniolo, Smalling, Dybala. Tutto quello che andrà male con Renato Sanches se c’è un responsabile è Tiago Pinto. Io sono ossessionato da quel giocatore. Al Benfica l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. In passato alla Roma l’ho voluto prendere e non ci sono riuscito. Ora invece ci sono riuscito. Se avrà problemi in futuro è colpa mia. Sono convinto che con questo allenatore, con questo staff tecnico e medico e con tutto quello che Renato ha bisogno intorno possiamo tirare fuori il meglio di lui. Abbiamo fatto anche un contratto dove deve giocare un tot di partite per prenderlo».

Pinto e gli arbitri:

«I miei amici in Portogallo riderebbero a questa domanda perché il mio storico arbitrale non è positivo. Noi dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri, ma loro devono sentire anche noi. Io ho un po’ smesso perché non capisco nulla di quello che succede, io pensavo di essere uno che capiva le cose e invece no. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a Napoli e Rui Patricio contro il Milan. Oggi c’è il calcio giocato e quello del Var, il potere del campo è minore. Più che le polemiche forse bisognerebbe sentire i giocatori e gli allenatori. Anche il tempo effettivo non si capisce nulla, aspettiamo giustizia dagli arbitri».

Pinto e gli obiettivi di mercato sfumati:

«Ho 38 anni, sono divorziato, non ho figli. Sono abituato a prendere i no. Non è un grande problema. Non ho seguito attentamente tutti i nomi che ci hanno accostato. Due li abbiamo trattati chiaramente, cioè Scamacca, con cui stavamo parlando, ma a quel punto non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciute. Marcos Leonardo continua a essere un obiettivo, lo seguiamo da 16 mesi, era una situazione che per noi era tranquilla, ma l’accordo fra le tre parti era in dirittura, ma abbiamo avuto la sfortuna che in un paio di mesi il Santos lotta per non andare in Serie B, il curatore tecnico è stato licenziato, è cambiato l’allenatore, ha venduto due giocatori di 17 anni per 30 milioni. Vendere il migliore della squadra nel mezzo della stagione è diventata una questione politica. Continua a essere un obiettivo, ha 20 anni e 150 partite in un club come il Santos. Questo mercato è stato molto difficile per tutti i club, cercano gli attaccanti. Molte società hanno speso 100 milioni. Tutti i tifosi della Roma sono contenti di arrivare al 28 di agosto e avere Lukaku. Meglio avere lui il 28 agosto che “Tonino” il primo agosto. Beltran? Non so cosa è successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto».

Pinto su Frattesi, Matic e il Fair Play.

«Su Nemanja: non me lo aspettavo, le ultime due settimane qui non me le aspettavo. Voi prendete il lato negativo, io quello positivo e cioè che abbiamo preso Paredes, un campione del mondo. Non voglio perdere energie, non merita più parole. Frattesi? Ognuno è libero di fare le sue scelte, gli voglio bene. I soldi di Frattesi voglio spiegare bene, magari potevamo spiegarlo bene. Dentro il piano del Fair Play abbiamo due cose: in due anni possiamo spendere solo il 70% dei ricavi per arrivare all’obiettivo. Siamo messi bene e entrano tutti i soldi delle future rivendite. Poi c’è il transfer balance che monitora i giocatori che entrano e quelli che escono: noi abbiamo fatti 15 milioni di future rivendite (Under, Calafiori, Frattesi ecc) e non entrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 18 milioni con Volpato, Missori e Tahirovic: erano in lista B e non contano nel transfer balance. Ho litigato una settimana con Campos sul prezzo di Paredes: loro mi contano 4.5 milioni per Paredes ma 2.5 di bonus sono molto difficili (l’80% delle partite). Io sono molto d’accordo con i principi del Fair Play ma è molto complicato far quadrare tutto».

Pinto sugli esterni e il portiere:

«Sono stanco, non lo nascondo, è veramente difficile essere tre mesi sotto questa pressione. Senza dormire o mangiare, voglio fare le cose fatte bene e infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. I tifosi giudicano queste tre partite, ma noi ne avremo più di 50. Abbiamo qualità sugli esterni, possono far meglio, come tutti ma i giudizi sono troppo veloci. E’ andata male per tutti, non solo per loro. Rui? Ancora più fiducia. Quando sono arrivato i portieri erano un problema, adesso come tutta la squadra non è stato al livello top a cui ci aveva abituati. Non ho cercato nessun portiere in questa estate».

Pinto su Dybala e Lukaku:

«La prima estate mi volevano ammazzare quando Dzeko è andato all’Inter e poi è arrivato Tammy. Poi sono arrivati Dybala e Lukaku, sono giocatori che abbiamo fatto sentire importanti, non era una questione di soldi o contratti. In ogni sessione mi piace portare un giocatore così, vediamo nelle prossime».

Pinto racconta alcuni retroscena su Lukaku:

«Lukaku non lo potevi prendere a giugno o luglio, ho un buon rapporto con chi lo segue e che segue anche un giovane molto interessante. Ho monitorato la situazione e poi al momento giusto devi sfruttare l’opportunità. E’ stato importante l’intervento di Mou visto il loro rapporto e anche il coinvolgimento personale dei proprietari ha semplificato molto il mio lavoro. Con Lukaku abbiamo chiuso in 4-5 giorni, idem con Paulo».

Pinto ha risposto anche ad una domanda su Kvara e il mercato georgiano.

«Ci sono giocatori di paesi che qualche anno fa non erano così conosciuti. Kvara è uno dei giocatori più forti della Serie A, ma ci sono molti giocatori forti (il portiere della nazionale, l’attaccante). Il calcio è molto più democratico».

Pinto parla di Zapata.

«Io avrò i miei difetti, ma quando siamo nel mercato c’è una cosa che per me è fondamentale: io sono più tedesco che latino. Se dico una cosa è quella, altri invece sono abituati a fare diversamente. Non parlerò mai di scorrettezza né dell’Atalanta né di Gasperini, abbiamo parlato con Duvan lo volevamo prendere ma è andata così. Se ci sono altri club che lo dicono nei miei confronti io non farò mai lo stesso. Il nostro mestiere è così, a volte si vince e altre si perde».

Pinto commenta l’avvio di stagione della Roma:

«Non siamo contenti, ma nessun panico. Siamo consapevoli del nostro valore, possiamo far meglio e sono motivato e carico. Avremo tutte le condizioni per migliorare dopo la sosta, ogni tanto manca un po’ di equilibrio. Quando ho preso Azmoun tutti insulti su Instagram, quando ho preso Lukaku: sei il re di Roma. E’ chiaro che c’è frustrazione, ma ci vuole equilibrio. Tranquilli».

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