Sergio Siano e i tre colori degli scudetti del Napoli

"Ricomincio da 3, Napoli in festa, 1987-1990-2023 (Nicolucci editore)" il catalogo che contiene i momenti salienti e i flash delle tre celebrazioni

Sergio Siano

la foto di copertina del libro di Sergio Siano

Un libro fotografico che compara i colori diversi dei tre scudetti azzurri (1987-1990-2023) e chi altro poteva pensarlo se non Sergio Siano il fotoreporter che da anni è una delle firme de Il Mattino? Nasce così “Ricomincio da 3, Napoli in festa, 1987-1990-2023 (Roberto Nicolucci editore; pagg. 180, euro 25)” il catalogo che contiene i momenti salienti e i flash delle tre feste azzurre. Siano dedica questa cronistoria per immagini “al passato, al presente ed al futuro della Città di Napoli ed a Diego Armando Maradona”. Dopo l’introduzione canonica di Maurizio De Giovanni che ci spiega le differenze dei tre eventi nella diversità dello sguardo e nel fatto che “vivere a Napoli è un mestiere altamente usurante”, si entra nelle visioni.

Quarantacinque le foto del 1987 – poche a colori molte in bianco e nero; tirate con due Nikon F3, decine di rullini 35mm, e diapositive – quelle del ” ‘e me diciste SI’ ‘na sera ‘e maggio” che fanno già amarcord della prima volta: con quelle facce, quelle giacche e quelle tute quasi d’antàn, e i palazzi del centro storico ancora ingabbiati nel lunghissimo terremoto. Ma le ragazze hanno le magliette bianche e gli stessi sorrisi. Coreografie su San Gennaro e didascalie che inneggiano al Pibe de oro, bare da dedicare alle squadre avverse e striscioni per avvertire i morti – al cimitero di Fuorigrotta -, “e non sanno cosa se so’ perso”. Prima volta con tutto il trionfo verbale, scenografico e coreografico di una città che è eruttata al primo trionfo azzurro.

Prima delle foto del secondo scudetto del 1990, Siano ricorda come nacque – nell’aprile del 1990 – il primo murales di Maradona – grazie all’iniziativa di Antonio Esposito (detto Bostik) – realizzato da Mario Filardi – e in continuità con la vita del Diego, come si giunse prima al restauro dell’opera eppoi all’Iside maradoniana di Bosoletti, sempre in Via Emanuele De Deo ai Quartieri spagnoli. E via con le foto – questa volta più a colori – con i funerali al Milan e gli striscioni storici di Mixed by Erry e di Luigi Giuliano a Forcella, “chiammatele a Cotrufo Berlusconi è fuori uso 2”. Poi le foto del recente terzo scudetto azzurro  – tutte a colori, “mille culure” – anticipate solo da un titolo senza altre didascalie, “E’ stata la mano di D10”. Pochi numeri 10, molti 77 e 9, bandiere georgiane e nigeriane. La città è infestonata e meta di un pellegrinaggio anche turistico, totale. Le ragazze hanno però gli stessi sorrisi di luce, “quando a Napoli esce il sole anche le donne sono piú belle (“Tre operai” di Carlo Bernari, 1934, Arnoldo Mondadori editore)”.

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