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La strana estate del Napoli campione

Il Napoli è la squadra più forte per distacco, è l’unico club con i soldi. Eppure non si respira un’atmosfera da vele spiegate. Speriamo sia solo un effetto mediatico

La strana estate del Napoli campione
Mg Napoli 04/06/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sampdoria / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis-Luciano Spalletti

De Laurentiis, alla presentazione del ritiro in Abruzzo, ha parlato di “buon campionato”, a differenza dello scorso anno. Qualche scricchiolio deve averlo sentito anche lui. Ma è presto per lanciare l’allarme, la nuova stagione non è ancora sorta.

Magari è solo frutto della endemica ritrosia mediatica del club da sempre refrattario a esporre ai media le proprie strategia. Fatto sta che mediaticamente il Napoli dà l’impressione di non avere idee chiare sul da farsi. Eppure Kim di fatto è venuto praticamente in leasing, con il prezzo sulla scapola. Una clausola abbordabile per tantissime squadre. Non bisogna farsi prendere dalla frenesia. Passato un Kim se ne farà un altro, ma sarebbe molto più facile rimpiazzare Osimhen.

Al momento De Laurentiis sembra più impegnato in un gioco di ripicche e risentimenti verso gli architetti dello scudetto, piuttosto che pensare al futuro.

Sarebbe giusto che Giuntoli restasse fino a scadenza del contratto. Vivaddio continui a lavorare per il Napoli, ma è di fatto esautorato. Comprensibilmente visto che non vede l’ora di andare alla Juventus. Ci sono Micheli e Mantovani fin qui eccellenti ma sempre rimasti nelle retrovie mediatiche. Il presidente sarà battitore libero delle trattative.

I bizantinismi dialettici di ADL sono notori, e non proprio l’ideale quando c’è da serrare una trattativa, o da stemperare qualche momento di tensione.

Le preoccupazioni, al momento, non sono volte ai risultati. Il Napoli rimane la squadra più forte del campionato, e la società con maggiore possibilità di spesa, senza doversi impegnare le mutande, ma sembra che qui nessuno voglia venirci.

Insomma il Napoli è Pretty Woman che ha soldi da spendere, ma nessun atelier che accetta i suoi dollari.

Non sembra che ci sia la fila per lavorare con De Laurentiis. L’uomo disorienta: a volte sembra Romolo Catenacci di C’eravamo tanto amati, certe altre sembra il suo antagonista Gianni Perego. Spalletti lo ha abbandonato per troppo amore (ahahahahah), figuriamoci.

La verità sono le caratterialità confliggenti e un mister particolarmente permaloso, che adesso si fa vedere felice, mettendo in pratica quello che gli suggerì ADL lo scorso anno, essere più napoletano.

Materiale ad uso e consumo di una tifoseria che ama vivere nel brodo primordiale dei ricordi, che ha ancora troppa paura di iniziare la nuova stagione, intenta a mantenere le bandiere sui balconi che fanno tanto “paese felice”, bah.

Il presidente è un uomo di successi e di conflitto, che porta dentro di sé le stigmate dell’eretico proiettato al futuro, che un luogo gretto e poco coraggioso come il calcio italiano ancora fatica a digerire.

Fa strano che una squadra campione d’Italia debba vivere un’estate delicatissima, se vogliamo più delicata della precedente, con un senso di disorientamento. Al momento però non si sente un fiato. Tutti sono terrorizzati dal dire una parola. Nessuno opina se il presidente decide di fare tutto quanto da solo.

De Laurentiis vuole essere la chiesa al centro del villaggio. Circondato da pochi in grado di dirgli la verità. Anche se, non va dimenticato, in diciannove i fatti gli hanno dato molto spesso ragione.

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