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Tebas: «Spero che Vinicius resti in Spagna, voglio dimostrargli che la Liga è contro il razzismo» 

In conferenza: «Non possiamo fermare le partite, dipende dagli arbitri e dalla Federazione. Se vorrà lasciare il campo avrà il mio supporto». 

Tebas: «Spero che Vinicius resti in Spagna, voglio dimostrargli che la Liga è contro il razzismo» 
The president of Spanish Liga Javier Tebas is pictured during an AFP interview in Madrid on October 21, 2020. (Photo by PIERRE-PHILIPPE MARCOU / AFP)

Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha parlato in conferenza stampa per mostrare il suo sostegno a Vinicius dopo i cori razzisti subiti dal giocatore del Real Madrid domenica scorsa al Mestalla. Tebas ha definito Vinicius un simbolo del campionato spagnolo.

«Prima di tutto diciamo che Vinicius è un simbolo della Liga. Lo abbiamo sempre difeso perché è molto importante. Sono stato accusato di essere madrileno per averlo detto, ma sono sicuro che Vinicius vincerà il Pallone d’Oro».

Tebas sul razzismo:

«Siamo contrari a qualsiasi insulto venga fatto, sia esso razzista o omofobo. Prima che diventassi presidente, c’erano già insulti di ogni genere, ricordo insulti razzisti a Roberto Carlos e omofobi a Cristiano Ronaldo. Voglio sottolineare gli sforzi che abbiamo fatto e che continueremo a fare, sosterremo ogni tipo di campagna per fermare tutto questo e denunciare coloro che diffondono questi insulti».

Perché ha criticato Vinicius? Tebas dice che non aveva intenzione di criticare il giocatore del Real.

«Non avevo intenzione di criticarlo ma piuttosto di spiegargli la procedura. È normale che Vinicius non capisca tutte le questioni relative all’accusa e al potere. È stato un errore perché sono molto coinvolto in questa lotta. Anche in una partita in cui Vinicius non se n’è accorto noi abbiamo denunciato insulti razzisti nei suoi confronti. Arrivano insulti perché è un grande giocatore, i grandi sono sempre stati quelli che hanno ricevuto più insulti, sono quelli che generano la cattiveria umana. Quando qualcuno in tribuna dice “nero fottuto”, forse qualcuno dovrebbe dire “perché non stai zitto?”».

C’è la possibilità di incontrare Vinicius? Tebas:

«Non ci siamo incontrati con lui dopo il Valencia. Spero e mi auguro che Vinicius continui nel calcio spagnolo e voglio dimostrargli che questa Lega è contro il razzismo».

Sui quattro arrestati per il manichino appeso al ponte:

«I nomi sono noti e l’Atletico Madrid avrà quei nomi e i loro cognomi. Sono sicuro che questi tifosi non metteranno mai più piede in uno stadio del campionato spagnolo».

E’ preoccupato per l’immagine della Liga all’estero? Tebas:

«Il calcio spagnolo non è razzista, stiamo lottando per porre fine a tutti questi insulti. Dobbiamo riprenderci e lottare contro questi insulti. Sono preoccupato per l’immagine che ha il calcio spagnolo, ma lotteremo perché crediamo che non corrisponda alla realtà».

Quali sanzioni sono previste per questi insulti?

«Non ci sono sanzioni sportive per questi insulti per legge. In altri paesi sono sanzionati con punti, ma non qui. Penso che sarebbe una buona idea iniziare ad applicare sanzioni con punti».

E’ possibile che ci sia, in futuro, meno interesse da parte dei calciatori neri a venire alla Liga? Tebas:

«Non credo che accadrà. Tuteliamo e proteggeremo i calciatori neri e li difenderemo dagli insulti che ricevono. LaLiga è responsabile di tutto ciò che riguarda la vita dei calciatori».

Quanto accaduto riduce la reputazione di LaLiga a livello di sponsorizzazione?

«No, non è successo in momenti come l’arresto di Ángel María Villar e non accadrà ora. Abbiamo spiegato loro tutto e abbiamo mostrato loro che siamo andati fino in fondo con questi problemi».

Perché non si sospende la partita quando succede questo? Tebas:

«Questo non è nelle nostre mani, è nelle mani degli arbitri e loro dipendono dalla Federazione».

Incoraggerebbe Vinicius a lasciare il campo se ciò dovesse accadere di nuovo?

«Certo, se si sente offeso, dovrebbe lasciare il campo e avrà il mio supporto e il supporto della Liga».

Tebas continua:

«Non sono stati bei giorni per me, sono stato accusato di razzismo ed è una cosa che non sopporto. Non ho intenzione di approfondire. Mi interessa continuare a lottare e dimostrare che la Liga non è razzista, insisto che voglio Vinicius con noi».

Sei favorevole alla chiusura degli spalti come è successo al Mestalla o all’uscita dei giocatori dal campo?

«Sì, se ci sono grida è perché nessun lavoro è stato fatto prima per evitare tali grida. Questi atteggiamenti devono essere fermati non appena si verificano».

E’ preoccupato che ciò influisca sull’organizzazione dei Mondiali del 2030?

«Non credo, mancano molti anni e la Spagna non è un paese razzista. Abbiamo situazioni razziste, ma tutti dovrebbero sapere che stiamo lavorando per porre fine a queste situazioni. Il calcio spagnolo non è razzista, voglio spiegarlo a Vinicius».  

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